Vescovi crociata contro le sette

Libro bianco della Cei, «peggiori nemici» sono i Testimoni di Geova Libro bianco della Cei, «peggiori nemici» sono i Testimoni di Geova Vescovi, crociata contro le selle «Tendono a falsificare la Sacra Scrittura, sono aggressivi e denigratori Bisogna combattere la religiosità fai-da-te che caratterizza i nostri tempi» CITTA' DEL VATICANO. E' il libretto bianco l'arma segreta dei vescovi italiani contro le «sette» e i nuovi movimenti religiosi. E' una nota pastorale messa a punto dalla Conferenza episcopale e resa nota ieri, un vero e proprio vademecum per i cattolici che si trovano a fronteggiare sempre di più la concorrenza di altri dei ed altre fedi. Il libretto, intitolato «L'impegno pastorale della Chiesa di fronte ai nuovi movimenti religiosi e alle sette» è stato curato dal Segretariato per l'Ecumenismo e il dialogo. La preoccupazione non verte tanto sulle cifre (meno dell'uno per cento della popolazione, secondo la Cei, ha risposto al richiamo di questo fenomeno) ma sulla mentalità di cui è esempio. L'attività delle sette «contribuisce a fornire materiale per quella religiosità "fai da te" che caratterizza il nostro tempo». I vescovi non vogliono che prenda piede la tendenza in base alla quale ciascun individuo costruisce una propria forma di vita religiosa con elementi eterogenei e soggettivi. La posizione più dura però il «libretto bianco» la ostenta verso i Testimoni di Geova, che «non appartengono alla comunione cristiana, e non solo a quella cattolica. Rifiutano infatti esplicitamente verità fondamenatli della nostra fede». E' una condanna senza appello, verso questo movimento, i cui seguaci «interpretano in modo letterale e fondamentalista, e persino falsificante, la Sacra Scrittura». Molti Testimoni di Geova sono ex cattolici, ed è «evidente in loro un atteggiamento aggressivo e denigratorio, una preparazione superficiale e artefatta, un riferirsi alla Scrittura per frasi staccate da ogni contesto e assai spesso travisate». La requisitoria prosegue accusando questo movimento, che conta ormai centinaia di migliaia di fedeli e simpatizzanti, di considerare «con sconcertante presunzione la propria comunità detentrice di tutta la verità ed esclusiva destinataria della salvezza». La condanna è senza appello, tanto che la Chiesa consiglia di non mettersi neanche a discutere: «Assommano tali e tanti errori che appare sprecato anche provare a controbattere le loro argomentazioni. Con carità e rispetto, ordinariamente non c'è altra via che rifiutare un confronto che non ha modo di poggiarsi su elementi oggettivi». Il secondo anatema personalizzato, con tanto di nome e cognome, è per il «New Age», «una composizione sincretistica che tende a rispondere alle esigenze più diverse e persino opposte della società contemporanea». Sottile e insinuante, questo pensiero si diffonde «quasi impercettibilmente in molte forme e per molte vie». E' l'«Era dell'Acquario», un periodo di pace e unità universale, quello promesso dal New Age. «Questa proposta può trarre in inganno, in quanto presenta alcune mete sulle è facile convenire: armonia tra uomo e natura, mobilitazione di tutte le forze del bene per un nuovo progetto unitario di vita». Ma non basta: i vescovi infatti avvertono che «è veramente buono soltanto ciò che è vero». Marco Tosarti

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