Corso di slang per salvarsi la vita di Paolo Passarini

Corso di slang per salvarsi la vita STATI UNITI Dopo il ragazzo ucciso perché non aveva capito «mani in alto» in gergo Corso di slang per salvarsi la vita Manuale di Tokyo ai turisti che vanno in Usa WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Visto quello che può succedere, meglio fare tesoro dell'esperienza. Così, d'ora in avanti, a ogni giapponese che visiterà gli Stati Uniti verrà consegnato un vocabolarietto di frasi americane in gergo, ritenute fondamentali. Il piccolo dizionario di inglese - è il caso di dirlo - di sopravvivenza sta per essere stampato per ordine e a cura del governo di Tokyo, dopo che la morte del sedicenne Yoshihiro Hattori gli ha attirato pesanti critiche. Yoshihiro era negli Stati Uniti nel quadro di un programma di scambio. Lo scorso ottobre era stato invitato a una festa di «Halloween» da amici conosciuti a Baton Rouge, Louisiana, la città dove aveva trovato alloggio. Indossata una regolare maschera, era entrato nella casa sbagliata dalla parte del giardino, senza neppure sospettare che la festa era nella casa accanto. L'inquilino, Rodney Peairs, temendo che il ragazzo con la maschera facesse parte di una banda tipo Arancia Meccanica e potesse nuocere alla moglie e al figlioletto, gli aveva intimato: «Freeze», letteralmente «congelati», ma usato comunemente nel senso di «bloccati». Yoshihiro non ha capito ed è stato ucciso. Peairs, il mese scorso, è stato assolto, sulla base del principio che ciascuno ha diritto di difendere la propria casa. Il fatto prima e la sentenza poi hanno suscitato grande orrore nel tranquillo Giappone. Ma, poiché ogni protesta contro la sentenza sarebbe inutile e per evitare che altri debbano subire la tragica sorte di Yoshihiro, il governo ha deciso di stampare il dizionario. Oltre al famigerato «freeze», l'elenco delle parole in «slang» tradotte in «kata-kana», il giapponese fonetico, comprende altre 30 frasi. Tra queste «hands in the air», mani in alto. Poi c'è «watch out», attento. E' stato ritenuto utile aggiungere anche «get lost», togliti dai piedi. E, nel caso sfugga la comprensione della prima intimazione, c'è anche «I mean it», ripeto. In questo modo, uno può capire che la persona che lancia l'intimazione fa sul serio. Tutte le frasi hanno a che vedere in qualche modo con le armi da fuoco e le minacce ad esse collegate, essendo i giapponesi sconvolti per la loro diffusione negli Stati Uniti e la facilità con cui vengono usate. Così non manca il classico «Duck», che non ha nulla a che vedere con le papere, ma significa «buttati giù». E, quando si sente questa parola, è meglio eseguire in fretta. Paolo Passarini

Persone citate: Rodney Peairs, Yoshihiro Hattori

Luoghi citati: Baton Rouge, Giappone, Louisiana, Stati Uniti, Tokyo