Un babà sigla la pace tra i giudici

Un babà sigla la pace tra i giudici DI PIETRO A NAPOLI Un babà sigla la pace tra i giudici NAPOLI. Pesce spada marinato, linguine con gli scampi, spigola e babà. Un menù doc per la trasferta partenopea di Antonio Di Pietro, a Napoli ieri insieme con il suo collega Pier Camillo Davigo per superare i contrasti sorti sul memoriale di Giovanni Marone, il segretario di Francesco De Lorenzo che ha inguaiato l'ex ministro. Un'ora di colloquio per arrivare ad un accordo, poi il «conflitto di competenza» viene definitivamente archiviato davanti a una tavola imbandita alle falde del Vesuvio. La prima volta di Di Pietro a Napoli regala al supergiudice l'ennesimo trionfo. Scortati dai pm Nunzio Fragliasso e Arcibaldo Miller, che per primi misero in manette Marone, i giudici in trasferta scompaiono al terzo piano della procura. All'uscita, è quasi mezzogiorno e a Castel Capuano la notizia ormai si è diffusa. Quando Di Pietro spunta, con il suo vestito verde chiaro, la cravatta amaranto e un generoso sorriso, c'è una folla osannante ad aspettarlo. Poi la pausa gastronomica, a Torre del Greco, presente anche il prefetto di Napoli, Umberto Improta, con Miller, Fragliasso e Domenica Zeuli, l'altro pm della Tangentopoli napoletana. Il blitz si conclude con un comunicato congiunto: «L'incontro in riferimento al memoriale Marone ha fatto registrare una perfetta intesa sulle reciproche sfere di competenza dei due uffici. Sono state concordate le modalità di coordinamento delle indagini», [m. e]

Luoghi citati: Napoli, Torre Del Greco