E' morta con Connally la verità su Kennedy di Franco Pantarelli

L'ex governatore che venne ferito a Dallas L'ex governatore che venne ferito a Dallas E# morta con Connally la verità su Kennedy Aveva un proiettile in una gamba ma i famigliari vietano l'autopsia NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Dopo avere portato per trenta anni i frammenti della pallottola che lo ferì a Dallas, assieme a John Kennedy, ora il corpo di John Connally rischia di essere riesumato per consentire lo studio, appunto, di quei frammenti. La richiesta di esaminarli è stata presentata al dipartimento della Giustizia da un gruppo che da anni non si rassegna alla versione ufficiale sull'assassinio di Kennedy, e il dipartimento della Giustizia ha chiesto all'ufficio di Dallas dell'Fbi di «valutare l'utilità della cosa». Ma la famiglia dell'ex governatore ha già negato il permesso di effettuare l'autopsia affermando che nel cadavere «non esiste nessun frammento di pallottola». Difficilmente, dunque, la salma di Connally rivedrà la luce pochi giorni dopo la sepoltura. Lui, infatti, è morto martedì scorso a 76 anni e il suo funerale era previsto per ieri. Nel 1963 Connally era governatore del Texas, e quel 22 novembre si trovava sulla stessa auto scoperta di Kennedy, come lui intento a salutare la folla. Uno dei due colpi che uccisero il Presidente colpì anche lui. Secondo la versione ufficiale, che vuole Lee Oswald unico responsabile dell'assassinio, entrambi i colpi partirono dal suo fucile; secondo quelli che sostengono la teoria della «cospirazione», a sparare furono due fucili diversi. L'esame degli ipotetici frammenti del proiettile che colpì anche Connally potrebbe contenere la risposta a questo quesito. Finché l'ex governatore del Texas era vivo, l'esame in questione non era tecnicamente fattibile, ma adesso che è morto, dice il gruppo che ha avanzato la richiesta (il suo nome è «Assassination Archives and Research Center»), c'è la possibilità di compiere un'autopsia. Così il gruppo ha scritto una lettera al segretario alla Giustizia Janet Reno, una scarna paginetta in cui non si fanno grandi giri di parole. La signora Reno ha trovato la richiesta ragionevole e l'ha «girata» al suo vice Phillip Heymann, per le considerazioni del caso. E lui a sua volta l'ha trasmessa all'ufficio Fbi di Dallas. Ma i famigliari dell'ex governatore sono stati irremovibili nel loro diniego. Alcuni personaggi dell'Fbi hanno subito bollato la richiesta di autopsia come «strana, anzi bizzarra», dovuta più che altro all'«ossessione» della vicenda Kennedy che domina il gruppo «Assassination». Ma è un fatto che di quell'ossessione è preda ancora oggi la grande maggioranza degli americani. L'anno scorso, quando uscì il film «JFK» di Oliver Stone, si scoprì che neanche il 20 per cento di loro credeva alla teoria dell'assassino solitario. Una minoranza infima, della quale tuttavia faceva parte anche il Presidente di allora George Bush, come ebbe modo di dire pubblicamente. Se l'autopsia sul corpo di Connally dovesse dimostrare che a sparare furono due fucili diversi, la teoria della «cospirazione» diventerebbe l'unica possibile e molte cose, a quel punto, dovrebbero essere riviste. Tutti coloro che hanno infruttuosamente cercato le prove dell'esistenza di complici di Lee Oswald, si rimetterebbero al lavoro (almeno quelli che sono ancora vivi) e diventerebbe insostenibile il mantenimento del segreto sulle migliaia di documenti relativi all'assassinio Kennedy che ancora si trovano gelosamente custoditi negli archivi dell'FBI. Tempo fa, proprio in seguito al clamore che sollevò il film di Stone, si decise di «liberare» una parte di quei documenti. Ma ce ne sono ancora moltissimi al riparo da sguardi indiscreti. Il gruppo ((Assassination», evidentemente, ha atteso per molti anni, con pazienza, la morte di Connally. E quando è avvenuta non ha fatto passare neanche ventiquattro ore per presentare la sua richiesta a Janet Reno. Franco Pantarelli

Luoghi citati: Dallas, New York, Texas