La Stampa - Consultazione Archivio

Verrà processato I come i capi serbi «Ormai laggiù ci odiano» L'ex inviato delle Nazioni Unite «Questa strategia è fallimentare» «L'Onu e Clinton? A Mogadiscio hanno sbagliato tutto». Stavolta non è diplomatico Mohamed Sahnoun, l'ex inviato speciale delle Nazioni Unite in Somalia. «Me ne sono andato proprio perché tirava una brutta aria. La frattura tra i somali e i Caschi blu è definitiva. La missione ha assunto toni e obiettivi che non le competevano. I marines hanno commesso l'errore di scatenarsi contro una sola delle fazioni in lotta. E il peggio deve ancora venire». Secondo il diplomatico algerino, intervistato dal quotidiano «The Independent», «non è credibile che la strage dei manifestanti di domenica scorsa non potesse essere evitata. Il ruolo delle Nazioni Unite nella gestione della crisi somala è da rivedere. Episodi come il massacro dei pakistani mettono in crisi la strategia dell'Onu, e non soltanto nell'Africa orientale, ma in tutte le altre aree calde dove operano Caschi blu. E' importante uniformare i compor¬ tamenti delle truppe delle Nazioni Unite. Non deve più accadere quello che è successo a Mogadiscio. Ora la reazione dev'essere decisa. Gli assassinii richiedono un'inchiesta, non stipendi». Mohamed Sahnoun prese contatti con le opposte fazioni prima dello sbarco dei marines, alla fine del '92. E' stato critico fin dall'inizio della missione con la strategia americana. «Il primo errore è stato trattare con i signori della guerra come se fossero capi di Stato. All'inizio si è fatto troppo poco per distruggere i loro arsenali, la fonte di tutti gli scontri e di tutti i guai della Somalia. Ora mi pare sbagliato concentrare il fuoco sugli uomini di Aidid. Disarmare una fazione per lasciare l'altra padrona del campo non è il sistema migliore di mediare tra i combattenti. Risultato: tra l'Onu e i somali la frattura è insanabile. E i Caschi blu sono considerati un esercito di occupazione», [al. ca.]