Quelli di Scienze politiche

Quelli eli Scienze politiche Quelli eli Scienze politiche La facoltà s'interroga 25 anni dopo Due facoltà in una, e seri problemi di immagine. Questo l'identikit di Scienze Politiche, che compie un quarto di secolo e medita su se stessa. Ieri a Villa Gualino si sono riuniti professori e studenti in un incontro di riflessione sulla realtà in trasformazione della facoltà. Il preside Gian Mario Bravo ha aperto la riunione, poi si sono avvicendati i relatori con dati, statistiche, grida d'allarme e proposte. Un po' di «storia» l'ha fatta Carlo Marietti, che, ripercorrendo le vicissitudini della facoltà dalla nascita a oggi, ha isolato criticamente una delle annose questioni di Scienze Politiche. «I fondatori non hanno fatto i conti con gli sbocchi professionali: si è partiti pensando a pochi studenti, non a un'università di massa ha spiegato - ma questo fatto lo stiamo pagando ancora oggi». Scienze Politiche ha prima di tutto un problema di immagine. «Altri fanno meno e peggio di noi: eppure sono considerati migliori. Abbiamo docenti validi, proponiamo cultura, non manchiamo di teste pensanti ma non riusciamo ad ottenere una valutazione adeguata. Ci vorrebbe un po' di "marketing di facoltà"». I dati sulla didattica sono stati presentati da Maria Grazia Fisher e da Mario Montinaro, che hanno tracciato il profilo di una facoltà bifronte, «fruita» da due tipi ben distinti di studenti (attualmente più di ottomila). Da un lato i lavoratori, che sono la maggioranza (il 61%), dall'altra gli studenti «a tempo pieno». Queste due fasce presentano caratteristiche ben definite e ricorrenti. Gli studenti lavoratori hanno alle spalle studi tecnici o professionali terminati in genere in ritardo. Non si sono iscritti subito all'Università, provengono da famiglie di estrazione medio-bassa, e hanno un'età abbastanza alta. Viceversa gli iscritti a «tempo pieno» sono più giovani, hanno diploma liceale ottenuto in tempi regolari, si sono iscritti subito dopo la scuola e sono di estrazione medio-alta. Non c'è una sostanziale differenza nel rendimento delle due fasce, riguardo alla media degli esami e al voto di laurea. Gli studenti lavoratori però arrivano alla tesi più lentamente (la maggior parte in 4-9 anni fuori corso contro gli 1 -2 degli altri) e si perdono di più per strada: i due ter zi degli abbandoni sono i loro. Un altro dato interessante è la limitata presenza femminile (nell'attuale anno accademico è del 42,5%) e il migliore rendi mento delle studentesse: frequentano di più, si laureano più in fretta e con voti più alti. E gli sbocchi professionali? Da uno studio su un campione di laureati si nota che la maggior parte trova impiego nella pubblica amministrazione e nei ser vizi di credito e assicurativi. '. «dottori» in Scienze Politiche so no meno competitivi nel settore dell'industria. Una sorpresa. Nel complesso (il 66% di loro) si dice soddisfatto o «molto soddisfat to» per la scelta fatta. [cr. e] ìàlSiitsi j -i ili! ìàlSiitsi j -i j JSl £J -'S.:ìV<: Non è solo un gioco di parole. Casa Palatina sorge infatti nel cuore della vecchia Torino, a due passi dal centro, a due passi dal verde dei Giardini GA Reali, da Piazza Castello, dal Teatro Regio, ma anche a due passi dal più famoso mercato della città, quello di Porta Palazzo. A due passi da tutto, ma nello stesso tempo, in una felice oasi di tranquillità. L'indirizzo? Via Ba¬ silica angolo via Conte Verde, dove un palazzo completamente ristrutturato è pronto a diventare la vostra nuova residenza e un solido investimento destinato a rivalutarsi nel tempo. Un edificio con tante soluzioni abitative realizzate sul m IU il.l//.VKPit GUERRINA

Persone citate: Carlo Marietti, Gian Mario Bravo, Gualino, Maria Grazia Fisher, Mario Montinaro

Luoghi citati: Torino