Auto nel mondo sono 436 milioni
Aulo, nel mondo sono 436 milioni Aulo, nel mondo sono 436 milioni Le statistiche definitive sulla produzione auto '92 confermano che non c'è stata la temuta flessione generale sui consuntivi '91 (che aveva registrato un segno negativo rispetto al 1990). Su scala mondiale si è infatti passati da 34.269.256 vetture costruite nel '91 a 34.426.793. L'incremento è stato modesto (lo 0,5%). E' vero che è stato prodotto il 3,5% in meno rispetto al 1989, anno record nel quale era stato raggiunto il volume complessivo di 35,7 milioni di auto. Ma l'arretramento è ben poca cosa di fronte al calo pauroso dei primi 5 mesi '93: tra il 10 e il 25% su scala europea. Ritornando al confronto 1991'92, nei principali Paesi produttori troviamo da una parte i segni positivi raggiunti da Usa (+4,2%); Germania ( + 2,8), Francia ( + 2,4), Gran Bretagna ( + 2,1), Corea del Sud (+10,9), Brasile (+10,8), cui fanno da contrappeso le perdite di Giappone (-4,3), Italia (-10,9), Canada (-0,3), Russia (-0,1), Spagna (0,2). Per quanto riguarda il nostro Paese, la flessione di quasi l'I 1% è la differenza fra il milione 548 mila unità costruite (pari al 5% del totale mondiale) e il milione 722 mila dell'anno precedente (4,5%). La graduatoria della produzione 1992 per gruppi di marche vede sempre al primo posto la General Motors (che comprende le marche Buick, Chevrolet, 01dsmobile, Pontiac, Cadillac, Opel, Vauxhall, Holden, Lotus) con 4.866.000 vetture, pari al 14,1% del totale, davanti a Toyota con 3.556.000 e 11%, Ford (Lincoln, Mercury, Aston Martin e Jaguar) con 3.699.000 e 10,8%; Volkswagen (VW, Audi, Seat e Skoda) con 3.112.000 e 9%; Nissan con 2.271.000 e 7%; Fiat Auto (Lancia, Alfa Romeo, Innocenti, Ferrari) con 1.863.000 e 5,4%; Psa (Peugeot e Citroen) con 1.844.000 e 5,4%; Honda con 1.804.000 e 5,2%; Renault con 1.662.000 e 4,8%; Mazda con 1.118.000 e 3,3%. Quelli citati sono i 10 Gruppi dominanti. La graduatoria è rimasta quella del 1991, però con un cambiamento significativo: il sorpasso della Honda da parte di Psa. Da sole, General Motors e Toyota si sono aggiudicate il 25,1% dell'intera produzione mondiale. Queste due marche intrattengono fra loro rapporti di collaborazione industriale in Usa e Australia, il che non impedisce a entrambe di farsi una spietata concorrenza negli altri mercati. Se consideriamo la sola produzione in Europa, la classifica del 1992, gruppo per gruppo, è questa: la Volkswagen (stabilimenti in Germania, Spagna e Boemia), 2a Fiat Auto (Italia e Polonia), 3a Peugeot-Citroén (Francia, Spagna, Gran Bretagna, Portogallo), 5a General Motors (Germania, Spagna, Belgio, Gran Bretagna, Finlandia, Portogallo), 6a Ford (Germania, Spagna, Gran Bretagna, Belgio), 7a Renault (Francia, Spagna). Tuttavia è sempre più arduo stabilire un'indiscutibile graduatoria su scala mondiale, perché esiste un vero intreccio di situazioni. Per esempio il modello Probe della Ford è costruito in un impianto della Mazda, e ancora la Ford Laser e Telstar sono prodotte dalla stessa Mazda e in altri fabbriche giapponesi. E in Europa Opel e Vauxhall sono ormai una cosa sola. E' del resto una tendenza sempre più evidente costruire e commercializzare modelli identici di marche differenti; e talvolta produrre addirittura in una stessa fabbrica marche concorrenti. Negli Stati Uniti, General Motors e Toyota si sono messe a produrre nel medesaimo impianto vetture Chevrolet e modelli Toyota. In Australia, non soltanto Gm e Toyota producono congiuntamente, ma anche Ford e Nissan. Ed è noto che fra breve uscirà una monovolume costruita insieme da Fiat e Peugeot; un'altra vettura di questo tipo fa parte di un programma comune fra VW e Ford. Le citate rilevazioni statistiche riguardano la produzione di vetture e non le vendite. Non tutte le auto uscite dalle linee di montaggio sono scese in strada, perché c'è sempre un certo volume di stock, tanto più consistente nei periodi di bassa congiuntura economica. Si calcola che l'effettivo delle vetture in circolazione nel mondo sia salito nel '92 a poco meno di 436 milioni. Ferruccio Bernabò
Persone citate: Audi, Ferruccio Bernabò, Ford Laser, Holden
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