Fifa e Usa seccati con Sacchi

Dopo le critiche Dopo le critiche Fifa e Usa seccati con Sacchi DETROIT DAL NOSTRO INVIATO Perché proprio adesso? Alla Fifa, permalosi come sono, non hanno gradito. E gli americani, feriti nell'orgoglio, faticano a simulare l'insofferenza: oggi è il 17 giugno, manca un anno ai Mondiali. Arrigo Sacchi poteva risparmiarseli, certi «apprezzamenti» (povero soccer, dannati sponsor, eccetera). Oppure tenerli per un giorno meno impegnativo. Prima si qualifichi e poi parli: questo il commento, acido, raccolto nei corridoi del palazzo. Sacchi ha un vantaggio, e lo sa: è un Mondiale troppo legato alle minoranze etniche perché i grandi burattinai possano scaricare l'Italia. La nostra comunità è stata allertata da tempo. L'Arrigo bivacca a New York da sabato sera, e domani - fate largo arriva Matarrese. L'operazione America è in pieno svolgimento. Prova ne sia la ricerca - così frettolosa, così plateale - del ritiro. A questo proposito, apriamo una parentesi. Le prime ricognizioni sono state negative. Preoccupano la vastità dei campus universitari proposti e la torrida temperatura al suolo. L'Arrigo sogna un fortino nel verde, spartano e ventilato. La Princeton University, per esempio, ha molto della città e poco del convento. Come dire: vade retro, Satana. E allora? L'alternativa c'è. Tutti in collina, al fresco delle Catskills Mountains, 200 km a Nord di New York. Ne parlano come di una piccola e leggiadra Svizzera, disseminata di chalet e impianti sportivi. E per raggiungere il Giants Stadium, nel vicino New Jersey, nessun problema: i nostri eroi si sposterebbero in elicottero. L'idea stuzzica. Ciò descritto, torniamo alla questione di fondo. Joseph Blatter (la Fifa sono io) e Alan Rothenberg (il capo cordata di Usa 94) parleranno oggi dal pulpito del Silverdome. Il protocollo non contempla tempestose digressioni in chiave italica. Resta, questo sì, il disagio. E la stizza. Fuori dalle virgolette, ma fedelmente spremuto, il Fifa pensiero poggia su basi estremamente agguerrite. In sintesi: certo, il bacino Usa ci fa gola, così come ci sta a cuore quello giapponese, verso il quale pensiamo di orientare i Mondiali del 2002, ma quando mai lo abbiamo negato o ci siamo sottratti alle nostre responsabilità? E poi, detto sempre fra di noi, non ci risulta che mister Sacchi abbia studiato nel collegio delle Orsoline, anzi: dal 1987 al 1991 ha lavorato per Berlusconi, il più fanatico cacciatore di mercati e di sponsor dell'era moderna. Tanto è vero che ha già spedito negli Usa un agente di fiducia, Paolo Taveggia, con la missione - in codice, per ora - di verificare i margini di profitto che un eventuale decollo del soccer garantirebbe ai più temerari (e più lesti) cowboy. Primo passo, la Supercoppa a Washington. Morale: Sacchi, stai nella cesta. Roberto Beccantini Si sono dimessi 12 consiglieri della federazione tiro a volo, il consiglio è decaduto, ma il presidente Armani voterà lo stesso per la presidenza del Coni. Non vogliamo sapere come sparerà il suo voto, ma, pensando alla crisi della federazione e alla specialità più nota del suo sport, possiamo parlare di tiro dalla fossa.

Persone citate: Armani, Arrigo Sacchi, Berlusconi, Joseph Blatter, Paolo Taveggia, Roberto Beccantini, Rothenberg, Sacchi

Luoghi citati: America, Italia, New Jersey, New York, Svizzera, Usa, Washington