E per maestro una pianta grassa
Renato Curdo sta per pubblicare il taccuino degli ultimi giorni in carcere Renato Curdo sta per pubblicare il taccuino degli ultimi giorni in carcere E per maestro una pianta grassa «Insegna a vivere in splendore con risorse modeste» Ansie, lacrime e letture Zen tra euforia e sconforto ni O solo voglia di piangere, I I di abbandonarmi alle lari crime e di lasciarmi cul1 I lare come un bimbo che MMJ sta per nascere da queste acque salate». Così Renato Curdo ricorda gli ultimi abbracci ai compagni prima di ritornare nel mondo. Il lungo conto alla rovescia per uscire da Rebibbia è in un minuzioso diario che racconta tutte le sensazioni provate dal giorno in cui è annunciata l'udienza per la semilibertà, alla prima sortita dopo 18 anni di reclusione. Gli appunti dal carcere escono ora col titolo La soglia, editi dalla cooperativa presso la quale il capo storico delle Br lavora (Sensibili alle Foglie): un libro a volte ostico, a volte commovente, che aggiunge una tessera allo sfumato mosaico della nuova letteratura carceraria (dalle memorie di Sofri, ai memoriali di Tangentopoli, al vademecum di Lodato). Mentre aspettava il regime di semilibertà, Curcio stava traducendo un saggio dell'antropologo Georges Lapassade sugli stati modificati della coscienza. Il lavoro a tavolino, la ricerca si intrecciano con la realtà vissuta. Curcio descrive minuziosamente i pensieri, i sogni, i gesti quotidiani, i malesseri fisici, le macchie psicosomatiche, le paure, compiacendosi in una crudezza da anatomopatologo della propria psiche: nelle parole diventa cavia di se stesso. L'anabasi verso l'uscita comincia il 6 febbraio. I giudici devono decidere sulla semilibertà. Il corpo è in preda a «sensazioni ondeggianti»: gioia, ma anche un'mdefinita angoscia per i riti, le amicizie, il mondo che si deve lasciare. La tensione si stempera camminando lungo le nove mattonelle della cella, o facendo boccacce allo specchio. Tra i compagni del braccio, la cordialità batte come un martello sulla data fatidica. «Renati, presto sei fuori». Gli toccano le scapole «ti stanno per spuntare le alucce, fra un po' spicchi il volo». Nel linguaggio del carcere, chi attende di andare «nell'altro mondo» è un «quasi morto». La Renato Curcio riassapora la libertà nei pressi del Colosseo. Nell'altra foto il fondatore delle Br dietro le sbarre
Persone citate: Curcio, Georges Lapassade, Lodato, Renato Curcio, Renato Curdo, Sofri
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