Biffi cardinali dovete giocare

«Peggio dell'eresiarca chi non scrive filastrocche o alleva canarini» «Peggio dell'eresiarca chi non scrive filastrocche o alleva canarini» Biffi: cardinali dovete giocare «L'uomo non è solo anima, ma anche membra Però attenti, anche lo sport può essere immorale» BOLOGNA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il cardinale Biffi abbandona l'abito talare e i toni apocalittici. Per un giorno, indossa scarpe da tennis e si occupa di argomenti lievi. Non dell'Emilia secolare, della Bologna sazia e disperata, delle donne che abortendo diventano portatrici di morte al pari dei mafiosi. Ma di sport, di gioco, di tempo libero. Di salute mentale, insomma. E svela, parlando alla Giornata di studi sulla cultura pastorale e lo sport: «Il cardinale che non gioca a bocce o non si affaccia mai a contemplare la luna, non scrive filastrocche per i bambini della scuola materna o non alleva canarini, ma compie solo quello che in ogni caso gli verrà attribuito dopo la morte dalle biografie ufficiali, è più pericoloso per la cristianità di un eresiarca». Sorpresa? Eppure non è una novità: Biffi cita se stesso, da un libro scritto molti anni fa, quando ancora era un semplice prete. E se ci fossero dei dubbi, citando San Paolo e San Tommaso il porporato ricorda che «l'uomo possiede non solo un'anima, ma anche delle membra corporee» e che una concezione dell'uomo davvero cattolica è davvero integrale quando si rende conto che l'uomo non è solo «faber» o filli «sapiens» ma è anche «ludens». Ironia della sorte: mentre la Curia riscopre lo sport come terreno nel quale far progredire la «coltivazione dell'uomo», la città assiste alla disfatta del Bologna Calcio, crollato in serie C e travolto da una crisi della società senza precedenti. Del resto, avverte nel suo discorso Giacomo Biffi, non tutto quello che si agita in scarpe da tennis, pantaloncini corti o tute fluorescenti è positivo. Anche nelle palestre, tra gli atleti della domenica, nei campi di calcetto che illuminano le periferie, si celano i germi di «un'ottica del tutto materialistica e disperatamente vitalistica». Il cardinale mette in guardia dalle «ingenue speranze di chi pensa che sia sufficiente l'esercizio sportivo, non inquadrato in una formazione globale, a preservare dal decadimento morale e dalla corruzione». Bando ad ogni fanatismo, dunque. E anche Jane Fonda sarebbe d'accordo. Lei, regina dell'aerobica, si è già detta pubblicamente pentita di aver trascorso metà della sua vita a correre al Central Park e a sudare in palestra. Biffi segnala un rischio: che la riscoperta dell'importanza dello sport e del gioco avvenga in un'ottica tutta materialistica e vitalistica. Ed è un rischio

Persone citate: Biffi, Giacomo Biffi, Jane Fonda

Luoghi citati: Bologna, Emilia, San Paolo