«Piegheremo i serbi con l'odio e la fame» di Foto Ansa

Allarme di Fabbri: i cieli italiani sono indifesi, dovremo prendere i caccia in leasing Allarme di Fabbri: i cieli italiani sono indifesi, dovremo prendere i caccia in leasing «Piegheremo i serbi con Podio e la fame» Al vertice Ueo Andreatta alza la voce maestranze italiane protestano, ma Fabbri replica: «Non posso accettare ricatti di manodopera». Quindi prosegue osservando che «il piano sul caccia europeo è in ritardo e i gloriosi 'FI04' sono purtroppo inadeguati. Occorre una soluzione ponte. E l'industria nazionale non ce la offre, costringendoci a cercare un apporto esterno». Nel mettere in rilievo il bilancio positivo della presidenza italiana Ueo, Andreatta ha difeso l'interventismo europeo e, in generale, quello Onu. «Bisogna essere presenti ovunque si combatta. E la partecipazione italiana ha un'importanza estrema per un fattore di solidarietà». In ogni caso, è vano che la Serbia speri le accuse e le ironie sulle forze Onu la mettano al riparo da rappresaglie. «Un'eventuale impressione d'impunità sarebbe fuori luogo. Proseguiremo l'embargo, con tutte le conseguenze che potrebbe avere fra 5, 10 anni...». Belgrado finirà per cedere: «Credo la dirigenza nazionalista serba abbia il Paese dalla sua nella sociologia di guerra. Ma alla lunga è impossibile che duri». Sul fondo della crisi yugoslava, l'Ueo costruisce giorno dopo giorno quell'identità militare europea che appena alcuni mesi fa appariva illusoria. «Voglio un altro soggetto di deterrenza globale da af¬ fiancare agli Usa» rivendica Andreatta, e suggerisce un'industria bellica - «la spada» unificata come la Banca Centrale per ridurre i costi, favorire la ricerca, ottimizzare i modelli. Ieri la sessione era quasi storica. Per la prima volta dalle sue origini (nel 1948) l'Ueo e le forze militari atlantiche si ritrovano nel medesimo comando in un teatro - l'Adriatico - fra i più ardui. Sono una ventina le navi da guerra (più alcuni mezzi aerei per la sorveglianza marittima) chiamate a formare la «combined Task Force 440». Le controlla l'ammiraglio Carlo Alberto Vandini, responsabile dei mezzi natlantici per l'Europa meridionale. Il matrimonio Ueo-Nato avviene nel segno Onu, anche questa una première. Ma non è l'unica novità. L'Unione dell'Europa occidentale auspica un «contingente Ueo» in Macedonia. Conclusione: «Nulla va trascurato» per impedire che la guerra «si estenda alla Voivodina e al Kosovo». Sulle risorse umane e tecnologiche necessarie, Fabbri non s'illude: dovranno essere massicci. «Per la crisi bosniaca afferma - è legittimo prevedere un attrito militare significativo, con un impiego relativamente elevato di uomini». Come strategia, la fame da sola non può bastare. Enrico Benedetto sindaco di Gorazde. Attraverso i radioamatori della città le autorità locali hanno mandato un nuovo drammatico appello alla comunità internazionale. «Negli ultimi venti giorni più di 5 mila tonnellate di esplosivi sono state lanciate sulla città. In media 3 granate per abitante. Da due giorni i serbi fanno uso di armi chimiche. Gas velenosi hanno ricoperto Gorazde. Non abbiamo più medicinali per curare i feriti né cibo per sfamare la popolazione». Alla vigilia dell'annunciata tregua che dovrebbe iniziare a mezzogiorno di domani i combattimenti continuano anche in Bosnia centrale dove le truppe musulmane stanno avanzando, conquistando nuovi paesi croati. «Tutto lascia credere che il nuovo cessate-il-fuoco farà la stessa fine delle innumerevoli tregue precedenti» ha detto ieri il comandante in capo dell'esercito croato della Bosnia. Malgrado un certo ottimismo, nato in seguito all'ultimo accordo tra i capi militari serbi musulmani e croati, sia raffor¬ zato dall'annuncio della ripresa delle trattative di Ginevra, le speranze di una soluzione pacifica sembrano più remote che mai. Sul terreno la tensione non si allenta. A Biograd, nota località turistica dell'Adriatico, poco distante da Zara, ieri è stato proclamato un giorno di lutto per via dei funerali dei cinque giovani, due ragazze e tre ragazzi, uccisi dai razzi Orkan che i serbi hanno sparato contro la cittadina croata durante l'ultimo improvviso attacco, in cui più di 100 granate dal calibro di 130 mm sono esplose nel solo centro. Sulla spiaggia dove stavano prendendo il sole i tre ragazzi sono rimaste tracce di sangue. Alcuni loro coetanei sono riusciti a salvarsi per miracolo correndo a perdifiato verso la vicina pineta. Le due ragazze appena diciottenni sono rimaste uccise di fronte a un bar, ritrovo abituale della gioventù di Biograd. Altri sette giovani hanno riportato ferite gravi. Ingrid Badurina SOMALIA Il generale Loi: Aidid sta A Gonzalez il Papa ha parlato anche di Bosnia Foto grande: festeggiamenti ai Caschi blu inglesi in un villaggio musulmano [FOTO ANSA]