Voto unico vince la Grande alleanza

Secca bocciatura degli emendamenti pidiessini, del pri e di Segni per il doppio turno Secca bocciatura degli emendamenti pidiessini, del pri e di Segni per il doppio turno Volo unico, vince la Grande alleanza // sospetto di Occhetto: vogliono rinviare le elezioni che preveda un solo turno e che non permetta di far nascere fronti alternativi. Dopo il voto Occhetto deve aver visto confermati i suoi sospetti ed ha detto: «Abbiamo avuto una manifestazione di revanscismo chiara ed evidente, che si è espressa anche con una certa protervia. Penso agli applausi contro Segni fatti dalla de e dal fronte del "no" ai referendum». Per il segretario del pds, i vincitori di ieri sera sono uniti dalla «esclusiva volontà di durare». Mario Segni, che ha visto bocciata la sua proposta per il doppio turno con solo un dieci per cento da assegnare in quota proporzionale, ha replicato che a questo punto non rimane che fare una legge fotocopia di quella del Senato. Ed ha aggiunto: «Ora è probabile che il cammino delle riforme istituzionali sia più lungo e non finisca con questa legge». E' un timore che il pds condivide in pieno. Il sospetto è che la grande alleanza del turno unico punti, soprattutto, ad allontanare le elezioni. Anche la Lega non vuole più le elezioni ad ottobre che Occhetto chiede? Ecco cosa diceva ieri sera Bossi, mostrando di non impuntarsi più sulla data: «Ogni ritardo va a nostro favore, perché ci dà modo di organizzarci meglio». Per la de e gli alleati che sostengono il governo Ciampi questa certificazione vale oro perché permette di isolare Occhetto che vorrebbe il voto subito e permette anche di progettare il futuro. E, difatti, per la prima volta dopo la nascita del governo, il «quadripartito» è venuto ufficialmente allo scoperto come a dimostrare che ha ancora spazio politico. I rappresentanti dì de, psdi, pri e pli si sono riuniti per due volte in due giorni, alla Camera e al Senato, per far sapere che dopo la riforma elettorale ci sono altre riforme da approvare prima di andare alle elezioni. A nome del governo, il ministro per le Riforme, il democristiano Elia, ha convenuto che non ci si può fermare alla sola riforma elettorale. «La prima da approvare è la nuova forma di governo con, finalmente, il rafforzamento della figura del presidente del Consiglio». E in questo modo il ministro Elia ha portato alla scoperto un timore che serpeggia tra chi teme che la riforma Mattarella sia insufficiente a far decantare la confusione che regna nel Paese. E che, di conseguenza, finisca col fare il gioco di coloro che dal persistere del caos ne vogliono ricavare la conclusione che bisogna puntare sulla elezione diretta del capo dello Stato o del capo del governo. Insomma, sulla necessità di un «uomo forte». Dal Quirinale, intanto, Scalfaro vigila e continua a far sapere che non ci saranno elezioni senza riforma elettorale. E il ministro Elia ha ammonito: «Nessuno si abbandoni alle tentazioni di scegliere la via di un sostanziale autosciolgimento del Parlamento, bloccando la via delle riforme istituzionali». Oggi proseguono le votazioni.

Persone citate: Ciampi, Mario Segni, Mattarella, Occhetto, Scalfaro, Segni