Si vive di più ma come

ANNO DELL'ANZIANO EUROPEO ANNO DELL'ANZIANO EUROPEO Si vive di più ma come? Manca una politica biomedica wmamm STRIZZACERVELLO Una foto due problemi Un tizio sta guardando una foto. A un tratto gli viene chiesto: «Di chi è la foto che stai guardando?». La risposta, un po' involuta ma corretta, è questa: «Non ho né fratelli né sorelle, ma il padre dell'uomo fotografato è figlio di mio padre». Chi è ritratto nella foto in questione? Se invece avesse risposto: «Non ho né fratelli né sorelle, ma il figlio dell'uomo fotografato è figlio di mio padre» chi sarebbe stato il soggetto del ritratto? Ragionate con calma e fornite le risposte alle due domande. La soluzione domani, accanto alle previsioni del tempo. (A cura di Alan Petrozziì governo americano per il solo 1993 corrisponde a 300 miliardi di lire e le previsioni per il 1994 sono di 800 miliardi. La differenza con gli investimenti italiani è enorme, pur fatte le debite proporzioni. A ciò si aggiungono i tagli che si verificano a ogni varo di legge finanziaria, la tradizionale sclerosi della burocrazia con ritardi tra stanziamento ed erogazione della somma, i costi in aumento delle apparecchiature che dipendono fortemente dalle importazioni. Se l'invecchiamento della popolazione rappresenta per la società una sfida, non soltanto per i suoi risvolti sanitari, ma anche per quelli economici e culturali, la sensibilità della nostra classe politica a questo problema è piuttosto scarsa. I politici che presiedono alla Sanità si sono dimostrati molto più generosi nel sostenere la ricerca sui tumori e sull'Aids. Il progetto di ricerca sull'Aids riceve attualmente più di 130 miliardi in 5 anni, mentre un certo sottobosco politico si è occupato della vecchiaia solo come un «affare» da cui ricavare profitti illeciti. Ormai non c'è più tempo da perdere, bisogna che la classe politica, nazionale e regionale, affronti al più presto i problemi dell'invecchiamento della popolazione e provveda ai mezzi necessari per alleviarli. Ma la politica sanitaria da sola non può risolvere questi problemi. E' necessario anche il coinvolgimento dell'opinione pubblica che, sollecitata dai mezzi di infqrmazione, è pronta a mobilitarsi per malattie che colpiscono il suo immaginario, ma che è meno recettiva per i problemi dell'invecchiamento. Infine una proposta: poiché il 1993 è l'Anno dell'Anziano Europeo dovremmo istituire da quest'anno e per gli anni a venire una «Giornata Nazionale dell'Anziano» in cui si raccolgano fondi a favore delle ricerche destinate alle grandi patologie dell'invecchiamento. Sedute sugli scalini di una casa di Scanno, in Abruzzo, tre donne anziane trascorrono la mattinata chiacchierando e lavorando a maglia (foto Stephanie Maza, da «Un giorno nella vita dell'Italia») Nel 1980 i sessantenni erano 370 milioni Nel 2020 saranno più di un miliardo. Buona salute e autosufficienza diventano gli obiettivi medici prioritari quali siano i marker biologici per un invecchiamento fisiologico e studiare le modificazioni delle funzioni organiche che più da vicino si correlano all'età. Gli obiettivi realistici che la ricerca può fissare a tempi relativamente brevi non sono l'accertamento dei meccanismi che determinano l'invecchiamento, ma la prevenzione e il ritardo della comparsa delle patologie correlate all'invecchiamento. Per esempio, ritardare di 5 anni la comparsa della demenza di Alzheimer (una patologia dell'età senile che in Europa colpisce circa 7 milioni di persone e 400 mila in Italia) corrisponde a ridurne l'incidenza del 50 per cento. Un ritardo di 12 anni eliminerebbe la malattia come problema prioritario di salute pubblica. Il vantaggio in termini di costi economici e sociali, conseguito dall'introduzione di nuovi mezzi terapeutici, è evidente. Negli Stati Uniti esistono proiezioni per le malattie delle ossa che prevedono 1,6 milioni di soggetti artrosici in meno per il 2015. Un risultato formidabile se si considera che le spese per le patologie del tessuto osseo assorbono, in quel Paese, ogni anno, 7 miliardi di dollari. Il Consiglio nazionale delle ricerche ha varato nel 1991 un Progetto finalizzato «Invecchiamento:) che vede impegnati più di 200 gruppi di ricerca. Questo Progetto comporterà un investimento complessivo di 60 miliardi in 5 anni, cifra non indifferente se si considerano le scarse risorse destinate finora alla ricerca biomedica. Si deve aggiungere il Programma nazionale di ricerca per i farmaci, destinato in parte ai problemi dell'invecchiamento: avviato nel 1988, si concluderà quest'anno. Se tutto ciò in termini relativi rappresenta un impegno economico non indifferente, il risultato si prospetta assolutamente inadeguato in termini assoluti, considerando la necessità per una valida ricerca di tecnologie strumentali sempre più sofisticate e costose. Riprendendo l'esempio dell'Alzheimer, la cifra investita dal Eugenio E. Mailer Università di Milano LA PAROLA Al LETTORI

Persone citate: Alan Petrozziì, Mailer Università, Stephanie Maza

Luoghi citati: Abruzzo, Europa, Italia, Milano, Stati Uniti