Russia un Paese senza cervelli

ESODO IN MASSA ESODO IN MASSA Russia, un Paese senza cervelli Trecentomila scienziati nel '92 hanno cambiato lavoro POVERA scienza russa, costretta a fare i conti con la svalutazione del rublo e la smobilitazione dell'industria bellica. E soprattutto poveri scienziati ex sovietici, con uno stipendio mensile che in Italia basterebbe a malapena per una cena a base di pesce in un locale alla moda. E allora? Per gli intellettuali dell'ex Unione Sovietica travolta dalla triplice crisi politica, economica e sociale, non sono rimaste molte possibilità: cambiare mestiere, o emigrare verso Paesi dove per fisici, chimici e ingegneri esiste ancora un mercato. La fuga di cervelli, conosciuta ormai come «brain drain», ha assunto dimensioni tali negli ultimi sei anni da costringere l'ex Unione Sovietica alla firma di un trattato di cooperazione con le nazioni occidentali. Nel solo '92, infatti, più di trecentomila ricercatori delle Repubbliche ex sovietiche hanno abbandonato le loro Università, con un ritmo che all'Accademia delle Scienze di Mosca raggiunge le cento persone al mese. Dall'86 ad oggi - come mostrano le cifre pubblicate qui accanto - la crescita del numero di ricercatori che cercano fortuna all'estero è vertiginosa e, secondo recenti stime ancora non ufficiali, i dati del '92 sono di tre volte superiori, per ogni Paese, a quelli del '91. La meta più ambita è l'America; poi Francia, Inghilterra, Canada, Italia, Giappone, Sud Africa. Con qualche sorpresa. Negli ultimi sei mesi quaranta ingegneri aerospaziali hanno lasciato Mosca per la Corea del Sud, impegnata in un dispendioso piano decennale di sviluppo militare, e altri 100 firmeranno entro il '93 nuovi contratti di collaborazione. La diplomazia sovietica è però più preoccupata per chi preferisce restare a casa e cambiare mestiere. Solo il 10 per cento degli scienziati affronta sacrifici per continuare a lavorare all'estero (secondo una stima aggiornata sino al '92 sono 20 mila); il 90 per conto invece rimane nei territori dell'Est e accetta un lavoro qualsiasi. «E' molto difficile recuperare agli studi chi sceglie questa via» spiega Vladimir Kouzminov, direttore dell'Ufficio regionale dell'Unesco per la Scienza, con sede a Venezia, dato che lo stipendio medio di un ricercatore è di circa 20 dollari al mese, quando un impiegato di banca guadagna quattro volte di più. E bloccare l'esodo degli scienziati - conclude - è divenuto ancor più difficile, visto che dal primo gennaio di quest'anno una nuova legge consente l'espatrio con molta più facilità». Salvatore Russo

Persone citate: Salvatore Russo, Vladimir Kouzminov