DANTE ARFELLI VOCI DAL SILENZIO

DANTE ARFELLI VOCI DAL SILENZIO DANTE ARFELLI VOCI DAL SILENZIO fa bene, che è una buona terapia per me»). Un fiotto di appunti, beffardi, teneri, surreali, spinati, violentemente umani, che appaiono da Marsilio con il titolo Ahimè, povero me (pp. 178, L. 23.000). La scrittura come balsamo. Dante Arfelli, settantadue anni, non ha mai inseguito la salvezza, a differenza di Berto, nella psicoanalisi: «Ci bevo sopra una sambuca», ripete con il luminare bolognese che lo curò in tempi lontani. Scrivere, ma non affaticandosi, evitando i rompicapi, le torture dello stile: «Questo non deve essere un "lavoro" - rammenta sovente a se stesso - deve continuare ad essere un "come viene viene". Altrimenti diventa un lavoro letterario, una cosa studiata, fatta apposta». Ora Arfelli, ottenuto il vitalizio Bacchelli, vive in una Casa Protetta di Ravenna. Ma le note di Ahimè, povero me le ha composte a Marina di Ravenna, nella casa di riposo. Una giostra di ricordi, da Dante Arfelli pubblica da Marsilio il diario «Ahimè, povero me» cui si scende storditi, così remoti sono i volti, i costumi, i valori («senso del risparmio, del sacrificio, l'onestà») via via suscitati. Ma laicamente, non indulgendo, almeno pare, al rimpianto. Arfelli amarcord Fellini, compagno di lii ceo a Rimini («Era conosciuto anche, e forse soprattutto, perché chiedeva ogni tanto un "ventino"

Persone citate: Arfelli, Bacchelli, Berto, Dante Arfelli, Fellini

Luoghi citati: Ravenna, Rimini