«I Chigi razzisti No benefattori» di Raffaello Masci
Dopo la rissa con un somalo la famiglia replica: manteniamo immigrati senza aiuti Dopo la rissa con un somalo la famiglia replica: manteniamo immigrati senza aiuti «I Chigi ranisti? No, benefattori» La nobildonna: ospitiamo nel nostro camping oltre 200 extracomunitari, vogliamo solo che si comportino bene ROMA. «In tutta questa storia la cosa veramente assurda è che un libero cittadino debba mantenere oltre 200 extracomunitari senza ricevere nessun finanziamento dal Comune». Così si sfoga la principessa Donatella Chigi Favia del Core che, insieme al marito Mario e al nipote Michelangelo Cavalcanti di Verbicaro, si è trovata a dover rispondere dell'accusa di razzismo dopo aver allontanato dal camping «Country Club» di sua proprietà un cittadino somalo che, insieme ad altri duecento, ospita da due anni per conto del Comune di Roma. Il cittadino somalo - giova ricordarlo - fu espulso giovedì scorso per aver preso a pugni il portiere del camping, ennesimo episodio di prepotenza - secondo i prìncipi - che farebbe seguito ad un comportamento arrogante e violento, da «caporione» e da «arruffapopolo». Sabato sera poi il somalo si era ripresentato con la pretesa di entrare, peraltro accompagnato, determinando prima un diverbio e poi una rissa in cui la principessa era stata colpita e due guardiani polacchi arrestati per aver reagito alla polizia. Ieri la principessa Donatella Chigi, ripresasi dallo choc, è passata al contrattacco: «Non c'è stato mai razzismo e mai ci sarà in questo luogo - ha spiegato -. Mio marito Mario Chigi ha detto alla polizia la frase "toglietemi questo mascalzone di torno" riferendosi al somalo che in effetti è tale e ci ha sempre dato molti problemi. Non ha detto invece, ci mancherebbe altro, "questo sporco negro"». Quanto all'aggressione subita (la principessa fu sbattuta contro una macchina) ne sarebbe stato autore, sempre secondo la signora Chigi, proprio il vicequestore Antonio Esposito, contro il quale, ha detto la nobildonna, «farò una denuncia: era in borghese e non sapevo neanche chi fosse, solo dopo ho capito che era della polizia». Intanto ieri la vicenda ha avuto una coda presso la XIII circoscrizione del Comune di Roma, nel cui territorio si trova il camping. Il presidente dell'ente locale, Angelo Bonelli, ha partecipato ad un incontro con i somali per stigmatizzare il "grave atto di discriminazione" e ha fatto appello a tutto l'olimpo delle autorità romane prefetto, procuratore della Repubblica, commissario del Comune, ministro dell'Interno per denunciare la situazione e sollecitare «l'applicazione delle delibere del Comune che prevedono la realizzazione di centri di accoglienza per extracomunitari». Il consigliere circoscrizionale di Rifondazione comunista, Ce¬ sare Morra, ha addirittura chiesto «rimmediato sequestro del Country Club». «Mi hanno accusata di aver staccato la luce durante il giorno - ha raccontato ancora la principessa Donatella - questo in realtà è accaduto per il semplice fatto che io non ce la faccio più a mantenere a mie spese oltre duecento persone». La bolletta dei 52 bungalow occupati dai somali durante l'inverno, si è appreso, è costata oltre 30 milioni, dal momento che i riscaldamenti sono alimentati ad elettricità. Donatella Chigi ha ammesso che ci sono stati dei dissapori tra la proprietà del camping e la comunità somala, ma il razzismo, secondo la signora, non c'entra niente. C'entrerebbero invece i danni riportati dalle strutture assegnate agli ospiti e una serie di furtarelli che si sarebbero verificati ai danni di altri ospiti del camping, per lo più cittadini romani che hanno subito uno sfratto e stanno lì in attesa di una sistemazione. L'amministratore del camping, Michelangelo Cavalcanti e i coniugi Chigi terranno oggi una conferenza stampa per chiarire la loro posizione. Intanto, i due guardiani polacchi arrestati sono tornati a casa. Raffaello Masci Il principe Mario Chigi dopo la denuncia di razzismo [FOTO BARILLARI IL MESSAGGERO]
Luoghi citati: Comune Di Roma, Roma, Verbicaro
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