Una scuola per ragazze madri nel ghetto nero

Alla «Paquin School» anche un centro medico e corsi di educazione sessuale. La direttrice: togliamo le ragazze dalla strada Alla «Paquin School» anche un centro medico e corsi di educazione sessuale. La direttrice: togliamo le ragazze dalla strada Una scuola per ragazze madri nel ghetto nero Baltimora, trecento adolescenti in classe con i loro bambini NELL'AMERICA DEL DISAGIO BALTIMORA NOSTRO SERVIZIO Come accade spesso negli Usa, sulla porta della scuola è attaccato un cartello dissuasivo: «Da qui non passa la droga». Il paesaggio del quartiere non riserva sorprese: file di case maltenute e cesti di basket piantati sull'asfalto. Il ghetto nero di Baltimora viene considerato uno dei peggiori della costa Est. La porta della scuola ricorda quella di una prigione: due battenti blindati con una piccola feritoia in mezzo. Ma ciò che distingue la scuola per ragazze «Laurence G. Paquin School» dalle altre della città sono le giovani che la frequentano. All'inizio delle lezioni, ogni mattina, circa 300 adolescenti - tra i 13 e i 18 anni - arrivano con i figli, bambini da zero a quattro anni. La scuola accoglie adolescenti incinte e ragazze madri. Dietro alla «Paquin School» si agita uno dei grandi dibattiti dell'America degli Anni 90: la frantumazione della famiglia tra gli americani più deboli - eredità degli Anni 60 e 70 - porta con sé la povertà? «Senza questa scuola io non ne sarei mai venuta fuori». Kimberley ha lasciato nell'asilo il figlio Jean-Bernard, tre anni, prima di entrare in aula. «Senza questa scuola sarei stata abbandonata nella colonna dei "drop-out", di quelli che non riescono a finire le secondarie superiori: sarei stata un numero nelle statistiche dell'assistenza sociale». Kimberley sarebbe diventata come la maggior parte delle ragazze madri: spinta verso il basso della scala sociale, costretta ad abbandonare la scuola, ridotta a vivere di sussidi, spinta a fare un secondo e un terzo figlio per ottenere altri sussidi. E avrebbe contribuito all'allargarsi di un modello sociale - e culturale - che, con le condizioni economiche, spiega il permanere di uno «zoccolo» ineliminabile di poveri negli Usa. Quasi il 90 per cento delle ragazze madri della scuola sono, a loro volta, figlie di altre ragazze madri. Dato che la scuola si occupa di suo figlio, Kimberley può continuare gli studi e cercare di realizzare il suo sogno: diventare estetista e, un giorno, aprire una profumeria. Le sue giornate sono molto lunghe. Si alza alle 6, veste il bambino e con lui prende il bus per la scuola. Le madri ritrovano i loro figli all'ora di pranzo ma possono sempre fare una rapida visita all'asilo. «Scuole come questa dovrebbero essere obbligatorie per tutte le madri adolescenti», sostiene Kimberley. «Bisogna essere realistici: in ima società dove le ragazze sono sessualmente attive a 12, 13 anni, è naturale che ci siano tante ragazze madri». A Baltimora, il 10 per cento delle ragazze dai 15 ai 17 anni hanno dei bambini e sono destinate a restare ragazze madri. Nella comunità nera, la famiglia con due genitori è diventata largamente minoritaria. Domina ormai il modello mono-parentale, la famiglia ridotta alla sola madre. E le statistiche parlano chiaro: la percentuale di poveri è sei volte superiore nelle famiglie con un solo genitore che in quelle cosiddette tradizionali. Oltre il 70 per cento dei giovani delinquenti proviene da famiglie monoparentali. E dato che la famiglia cambia, la scuola non può non cambiare. Il «Wall Street Journal» ha recentemente consacrato un articolo all'argomento: «Dalla distribuzione dei preservativi alle discussioni sulla droga, le scuole passano sempre più tempo a trattare di problemi sociali piuttosto che occuparsi dell'insegnamento tradizionale». A Baltimora, la scuola «Paquin» offre i servizi più diversi: un centro di pianificazione famigliare, un centro medico, corsi di educazione sessuale, coisi di as- sistenza per i bambini, un centro di formazione professionale, un ufficio di consulenza amministrativa. Tutto questo nello stesso luogo e in un edificio che non ha nulla del tipico liceo di periferia: manutenzione impeccabile, muri decorati, biblioteca e sala per i giornali. «Io la chiamo la teoria del su¬ permarket», dice Rosetta Stith, direttrice della scuola. «Le ragazze devono trovare il massimo dei servizi in questo angolo protetto, altrimenti, come delle vere e proprie consumatrici, lasceranno la scuola. E finiranno per la strada». Si tratta di un'evoluzione dei tradizionali criteri di insegnamento? Non è questo il problema, spiega Rosetta Stith. «Quando si ha a che fare con una generazione di ragazzi che non hanno nessuno a casa, nessun adulto che spieghi loro la realtà, allora la scuola è costretta a cambiare». Alain Frachon Copyright «Le Monde» e per l'Italia «La Stampa» Le allieve hanno tra i 13 e i 18 anni Il 90 per cento non ha una famiglia Nel ghetto nero di Baltimora il 10% delle adolescenti ha un figlio

Persone citate: Alain Frachon, Paquin, Rosetta Stith

Luoghi citati: America, Baltimora, Italia, Usa