Anche D'Acquisto nella lista nera

Il vicepresidente de della Camera «avvisato» per corruzione e violazione della legge sul finanziamento Il vicepresidente de della Camera «avvisato» per corruzione e violazione della legge sul finanziamento Anche D'Acquisto nella lista nera E Caporali chiama in causa il pei sulle lenzuola d'oro MELANO. Bussano ancora a Montecitorio i giudici di «Mani pulite». E nella rete dell'inchiesta antitangenti cade pure Mario D'Acquisto, de, vicepresidente della Camera. Brutta storia la sua: l'avviso in busta gialla gli arriva mentre è ancora membro della commissione speciale che si occupa della riforma della legge sulle immunità parlamentari. Passa dall'altra parte Mario D'Acquisto, da 20 anni ai vertici della de, prima in Sicilia e poi a Roma. E per quei 300 milioni pagati dalla Cogefar Impresit (gruppo Fiat) anche lui finisce nella lista nera dei deputati sotto inchiesta. Corruzione e violazione della legge sul finanziamento, le accuse. Mario D'Acquisto smentisce tutto. Va dal presidente della Camera Giorgio Napolitano e come primo atto si dimette dall'incarico di vicepresidente, poi comunica: «Non capisco da cosa possano provenire le accuse contro di me. Sono certo di poter chiarire rapi- damente e radicalmente la mia posizione». Gli crederanno i magistrati milanesi? Per adesso sembra di no. Anzi, al momento credono solo alle parole dell'imprenditore Pietro Di Vincenzo. A lui, arrestato sabato, si devono le confessioni su quel versamento milionario per i lavori di ampliamento dell'ospedale di Vittoria (Ragusa). Ma le «buste gialle» non finiscono qui. Una va a Franco Castiglione, psi, e l'altra a Bettino Craxi, l'ex re del garofano che di avvisi ne ha ricevuti un bel mucchio. Identico l'episodio per i due socialisti: 800 milioni pagati dalla Bull per le forniture informatiche al ministero della Giustizia. Avvisato pure Renato Massari, psi, una manciata di milioni sugli appalti Aem. Per un altro avviso il Parlamento aveva già concesso l'autorizzazione a procedere contro di lui. Poi ci sono gli arresti. Tre anche ieri, uno solo eseguito. Completo blu, fàccia scura, non dice una parola Cesare Caravaggi quando esce dall'ufficio del giudice Ghitti. Arresti domiciliari. L'imprenditore, è consigliere della Federai Trade Misure, è sotto inchiesta per le tangenti pagate per le frequenze televisive. Si indaga pure a Roma sugli stessi episodi, e adesso la Cassazione deciderà di chi è la competenza. Nel mirino di Di Pietro c'è un appalto da 30 miliardi per uno studio sull'assegnazione delle frequenze. Sono state pagate tangenti anche su questo? E' vero che la mazzetta fu di oltre 2 miliardi, come dice il titolare della Ftm Remo Toigo? E' vero che i soldi finirono a Gian¬ carlo Parrella, ex direttore Asst? Cesare Caravaggi respinge l'accusa di concussione. E dice solo che se accordo c'è stato lui non ne sa niente. Altri due mandati di cattura, invece, non sono stati eseguiti. Ricercati Giorgio Casadei, segretario dell'ex ministro De Michelis, psi, e Vincenzo Maria Greco, segretario dell'ex ministro Cirino Pomicino, de. Casadei, che è stato già a lungo a San Vittore, potrebbe costituirsi nelle prossime ore. Latitante da mesi, invece, Vincenzo Maria Greco, ricercato pure dai giudici antitangenti di Napoli. A Milano sono accusati di avere intascato 500 milioni a testa dalla società Tpl. Intanto oggi l'Europeo pubblica stralci dell'interrogatorio del 4 maggio scorso di Giulio Caporali, rappresentante del pei nel eda delle Ferrovie dello Stato fino al 1988, quando venne arrestato per lo scandalo delle «lenzuola d'oro». «Dal 1986 le cooperative furono presenti in tutti gli appalti delle FS, sia in consorzio sia da sole dice Caporali - come per il programma di soppressione dei passaggi a livello, e questo in conseguenza della mia presenza in consiglio d'amministrazione. Alle cooperative facevo presente che dovevano passare dalla segreteria amministrativa. Ritengo però che già ci fosse stata un'opera a monte tra segreteria e cooperative; ciò lo desumo dal fatto che non c'era bisogno di molte spiegazioni». Con le sue deposizioni Caporali chiama in causa Renato Pollini, ex senatore e amministratore pei fino all'89. «L'argomento che trattavo con Pollini, anche alla presenza di Brilli (funzionario della segreteria amministrativa pei) era sempre inerente alla mia attività. Per quanto riguarda i privati come Altobelli (Sasib) e Cozza (Fiat), li introducevo a Botteghe Oscure dopo appuntamento». Fabio Potetti Mario D'Acquisto, da 20 anni ai vertici della de, prima in Sicilia e poi a Roma, membro della commissione sulla riforma della legge sulle immunità parlamentari

Luoghi citati: Milano, Napoli, Ragusa, Roma, Sicilia