Riforme rispunta la proporzionale di Alberto Rapisarda

Rivolta dei «peones» de per abbassare la quota di seggi assegnati con l'uninominale Rivolta dei «peones» de per abbassare la quota di seggi assegnati con l'uninominale Riforme, rispunta la proporzionale .—. —. E la maggioranza ha voglia di rinviare il voto ROMA Buttato fuori dalla porta del referendum il sistema proporzionale tenta di rientrare dalle finistre di Montecitorio. Di ora in ora sale la quota di seggi che, nell'ambito di un sistema elettorale uninominale maggioritario, si vorrebbe assegnare col vecchio sistema proporzionale. Il testo in aula alla Camera prevede che ci si fermi al 25 per cento. Mario Segni, assai allarmato, ha denunciato ieri che le voci correnti danno per probabile una quota del 33 per cento, un terzo degli eletti. Nessuno ha smentito. Anzi, il pds, tramite Bassanini, ha proposto la «rimodulazione» della ripartizione proporzionale dei seggi. Ovvero, un aumento (si arriverebbe al 30 per cento) in cambio della rinuncia al meccanismo (lo «scorporo») che dovrebbe favorire i partiti che non hanno avuto eletti col maggioritario. Un meccanismo che, secondo il pds, rischia invece di far moltiplicare le liste. La seconda giornata di dibattito sulla riforma elettorale, con un'aula di nuovo semideserta, è stata tutto un intrecciarsi di sondaggi, promesse e trattative più o meno sotterranee per modificare il testo presentato dal relatore Mattarella. Un testo che piacerà, forse, ai dirigenti della de ma che di sicuro trova una profonda e imprevedibile avversione nella base parlamentare del partito. Se il pds non vuole lo «scorporo» e vorrebbe il doppio turno, molti deputati de di seconda fila non vogliono che i deputati eletti con la quota proporzionale vengano scelti in una lista bloccata fornita dai partiti. E' una vera e propria rivolta che rischia di innescare la guerra civile nella de e che trova simpatizzanti anche in altri partiti. «E' un meccanismo che regala un inutile, quanto esiguo benefit alle defunte burocrazie di partito», protesta il de Pisicchio. «E' un premio di oligarchia», sostiene il de D'Onofrio. «Ci saranno candidati eletti al di fuori di ogni confronto elettorale, garantiti dalle segreterie nazionali», denuncia un gruppo di senatori de. Chi vuole la lista bloccata (de ufficiale, Lega, pds) replica che con quella lista i partiti potranno fare entrare alla Camera personalità di spicco che vanno in parte ad equilibrare i «notabili» lo- cali che vincerebbero col sistema uninominale. Ma sono argomenti che non riescono a spegnere la rivolta che punta ad alzare la quota degli eletti col sistema proporzionale. «Se si votasse col voto segreto l'emendamento di Rifondazione e del psi che innalza la quota proporzionale passerebbe di sicuro», garantisce il de Bodrato. Di tanta agitazione fa le spese soprattutto Martinazzoli. Il segre¬ tario della de vuole elezioni a turno unico perché, dicono gli avversari, così conserva al suo partito un ruolo centrale. Sul turno unico la de ha riunito un largo fronte, eccetto pli e pds. Ma ora, la rivolta in casa de dà più forza contrattuale al pds che tratta le soluzioni direttamente con i gruppi parlamentari. In questo rimescolamento generale, il pds non ha perso la speranza di poter far passare il voto in due turni, magari sotto la copertura del voto segreto, in cambio di una più larga quota di eletti col sistema proporzionale. Nella notte i vari gruppi stanno scrivendo gli emendamenti da presentare questo pomeriggio al voto in aula. E si capirà se ci sono stati accordi trasversali e a cosa mirano. Certo, il sogno dei parlamentari sarebbe quello di allontanare le elezioni. I capigruppo dei quattro partiti della maggioranza di governo lo hanno, di fatto, detto ieri al presidente della Camera al quale hanno chiesto che non si voti fin quando non sono state approvate anche le riforme istituzionali. Pannella riunisce stamani il centinaio di deputati che si oppongono alle elezioni mentre Bossi ripete che si deve votare entro ottobre. Alberto Rapisarda Il leader referendario Mario Segni contro la proporzionale

Persone citate: Bassanini, Bodrato, Bossi, D'onofrio, Mario Segni, Martinazzoli, Mattarella, Pannella, Pisicchio

Luoghi citati: Roma