Amore a prova di carcere

UNA COPPIA FUORILEGGE Amore a prova di carcere Wanda & Lido, insieme dalla guerra UNA COPPIA FUORILEGGE SCHIVA, riservata, Wanda Vannacci, moglie di Licio Gelli, non era mai assurta a protagonista nonostante le molte clamorose e torbide vicende che nel corso degli anni hanno travolto il marito. Daìla scoperta degli elenchi della P2 a ieri, quando è morta nel suo letto, è sempre rimasta in disparte. C'è ancora perfino chi ignora che la famosa Villa Wanda si chiama così perché Gelli volle fare questo omaggio alla moglie. Un rapporto di amore intenso, quello fra i due, che gli oltre cinquanta tra ordini di cattura e avvisi di garanzia inviati dalla magistratura al venerabile non sono riusciti a scalfire. Licio Gelli e Wanda Vannacci si erano incontrati a Pistoia (città natale di entrambi) al tempo della guerra. In quel periodo quello che diventerà il capo della P2, secondo la ricostruzione di alcuni storici, svolgeva a Pistoia un ruolo ambiguo, formalmente a fianco del regime fascista, ma sostenuto dal locale comitato nazionale di liberazione che gli riconobbe ufficialmente dei meriti per la sua collaborazione con i partigiani. I due si sposarono il 16 dicembre del 1944. C'è stato, in effetti, nel lungo ménage tra Gelli e sua moglie, un momento in cui anche lei attirò l'attenzione dei giornali. Fu nell'agosto del 1983, quando si addensarono su di lei i sospetti di aver aiutato il marito ad evadere dal carcere ginevrino di Champ Dollon. Un'evasione clamorosa sulla quale fu aperta un'inchiesta giudiziaria che vide Wanda Vannacci tra gli imputati. La corte d'Appello di Firenze, il 7 aprile del 1989, la mandò però assolta dall'accusa di procurata evasione, condannandola ad un anno e mezzo di reclusione soltanto per aver corrotto la guardia carceraria Eduard Ceresa. Il secondino si lasciò convincere da alcune elargizioni e dalla promessa che, a evasione awe- nuta, sarebbe stato assunto come guardaspalle del Maestro Venerabile con uno stipendio di sei milioni il mese e una somma extra pari a un miliardo e 600 milioni. Ma i dettagli dell'evasione da Champ Dollon sono sempre rimasti ammantati di mistero. Un ruolo attivo lo ebbe proba¬ bilmente il figlio di Gelli, Raffaello, chiamato ad eseguire un preciso piano ideato dallo stesso Maestro. Certo è difficile immaginare la moglie di Gelli impegnata fisicamente a tagliare la rete di recinzione del carcere, a spargere del pepe per ingannare i cani poliziotti, ad appostarsi nell'erba per seguire le mosse delle guardie carcerarie. Più probabile, invece, che abbia contribuito a ripassare col figlio Raffaello tutti i dettagli di un'operazione che la corruzione di un secondino avrebbe comunque enormemente facilitato. Le cronache meglio informate raccontano che fu proprio lui, Ceresa, ad accompagnare Licio Gelli, la notte del 10 agosto '83, sino al cancello dell'allegro carcere svizzero. Fuori, attendeva l'auto. Ma comunque sia andata davvero, è certo che fu Wanda Vannacci ad accogliere per prima il marito quando Gelli, ormai libero, fu trasportato in un piccolo appartamento sulle colline tra Antibes e Cap Ferrat in Costa Azzurra. E fu lì che i due trascorsero in totale clausura una trentina di giorni in attesa che si calmassero le acque. Forse gli unici giorni di tranquillità, seppure forzata, dal giorno della scoperta degli elenchi della P2 a Villa Wanda. [f.m.] Villa Wanda, la leggendaria residenza di Gelli nell'Aretino, dove furono scoperti gli elenchi della loggia P2

Luoghi citati: Firenze, Pistoia