Bossi nel regno di Brizio
Carroccio e de si giocano a Ciriè la poltrona di primo cittadino Carroccio e de si giocano a Ciriè la poltrona di primo cittadino Bossi nel regno di Brizio Al comizio del senatur 1500 leghisti Si è mosso Umberto Bossi, il «senatur», il «lider màximo», per espugnare la piccola Ciriè, la rocca dove ancora sembra resistere la balena bianca democristiana regno, fino a ieri incontrastato, di Gian Paolo Brizio il presidente de della giunta regionale. Ad accogliere Bossi, ieri sera nella piazza Castello, la più grande della cittadina canavesana, c'erano 1500 persone. Tante per un Comune di appena 18 mila abitanti. Qui domenica il candidato del Carroccio, Ezio Genisio, bancario di 38 anni, e quello della de, il sindaco uscente Aldo Buratto, divisi da una manciata di voti, si contederanno al ballottaggio la poltrona di primo cittadino. Folla curiosa, che si è trovata di fronte un Bossi ragionatore, a tratti persino noioso nella sua lezione di leghismo durata quasi un'ora e mezzo e dominata da un'unico filo conduttore: «Se volete cambiare veramente, se volete voltare le spalle a un regime che getta le bombe per spaventarvi, dovete votare la Lega». I ciriacesi, ma numerosi erano i leghisti arrivati dai comuni vicini, hanno ritrovato il leader conosciuto attraverso i giornali e gli scontri dialettici in tv, dopo una buona mezz'ora: «Dalla Chiesa a Milano non diventa sindaco nemmeno se va a Lourdes in ginocchio e all'indietro». E sono partiti i pri¬ mi applausi. Ma non poteva mancare un accenno alla vicinissima Torino e alla battaglia giudiziaria ingaggiata dalla Lega per rifare lo spoglio elettorale. «I giochi sono ancora aperti - ha detto Bossi - perché Torino non è il Sudamerica e non vogliamo che lo diventi. La magistratura faccia rapidamente chiarezza sui brogli avvenuti». Concetto espresso poco prima anche da Domenico Cornino, il «danneggiato» da quei «brogli»: «Mi hanno dato del barbaro perché provengo da Cuneo - ha detto col tono di chi vuole togliersi qualche sassolino dalle scarpe e non sono stati nemmeno in grado di trovare 1684 presidenti di seggio in grado di fare i conti giusti». Per contrastare il successo del «senatur», arrivato a Ciriè circondato dallo stato maggiore della Lega, con il segretario Farassino e anche qualche parlamentare, Brizio conta di portare sulla stessa piazza il segretario de Martinazzoli. Dice Genisio: «Vedremo quanti saranno». I leader leghista Umberto Bossi
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