Ugrumov smonta il mito di Indurain

A Oropa il lettone mette alle corde Miguel che, sfinito, perde 36"; oggi chiusura a Milano A Oropa il lettone mette alle corde Miguel che, sfinito, perde 36"; oggi chiusura a Milano Ugrumov smonta il mito di Indurain Ma è tardi per togliergli il Giro OROPA DAL NOSTRO INVIATO Che notizia. L'invulnerabile è vulnerabile. Peccato che la buona novella giunga alla fine del Giro, dopo venti tappe durante le quali Claudio Chiappucci è stato l'unico corridore italiano a suggerire un modello di corsa, a lanciare la fischiatissima (dai colleghi) idea che Indurain non si batte aspettando che la Provvidenza scodelli sul percorso il luogo adatto al'offesa, ma attaccandolo con coraggio - anche il coraggio di rischiare un fallimento - ovunque le proprie forze lo consentano. Purtroppo il messaggio chiappucciano è entrato dall'orecchio destro ed è uscito, senza lasciar traccia, da quello sinistro dei suoi connazionali, tutti compresi nell'ossequio al navarro che dentro di sé deve aver più volte pensato: anche i fessi sono utili a qualcuno, in questo caso a me. L'idea di Chiappucci non è dispiaciuta però a Piotre Ugrumov, un trentaduenne che emerge all'improvviso dal grigio di una lunga carriera priva di sobbalzi e diventa il nemico numero 1 di Miguel. Come si spiega la sorpresa dell'attempato lettone? Non si spiega in nessun modo: è appunto una sorpresa, una tardiva rivelazione, che stimola la seguente domanda: che cosa avrebbe fatto l'ex modesto, silenzioso prodotto dell'Est, se in- vece di doversene stare accucciato all'ombra della maglia rosa del suo capitano Argentin avesse avuto, nella stagione di grazia che gli è capitata, la possibilità di sciogliere, sin dall'inizio del Giro, liberamente le vele? La cronometro del Sestriere, ha affrancato Ugrumov dai doveri del gregariato, lo ha imposto all'attenzione di chi al massimo gli aveva dedicato una pacca sulle spalle: bravo russo, perché c'è chi continua a chiamarlo russo, tanto, anche se non lo è, chi se ne infischia. E ieri, sulla salita che conduce al santuario di Oropa, il vecchio Piotre ha mollato all'invincible navarro una botta che il re rosa se la ricorderà per un pezzo. Miguel era come un'immagine fredda su una lastra fotografica che di colpo si realizza, diventa sostanza e subito s'incrina. Il freddo Miguel aveva sbagliato, lui che non sbaglia mai, lui che tiene un metronomo nel cervello, il contrattacco. Invece di rispondere in progressione, ha accelerato i tempi della replica, smarrito come uno che è rimasto chiuso fuori di casa. Il suo stratega Echevarri, un tipo che non si scompone nemmeno se gli infilano nei glutei una lama di pu¬ gnale, sbraitava dall'auto ammiraglia: non così, non così, che ti prende, vai su tranquillo. Indurain aveva paura di perdere il Giro, provava finalmente che cosa significa essere piantati («Io paura? Mai avuta. Una tappa difficile, tutto qui»). Non ha arrancato, non è nel suo stile, ma penava, la sua bella, ammiratissima pedalata lo stava tradendo, faceva fiasco il giochetto inflitto a Chiappucci nel tappone dolomitico: tu scatti e io non solo ti agguanto, ma mi piazzo al tuo fianco, ti smonto. Ugrumov non era, ieri, smontabile. Quando Piotre ha detto ciao a Indurain, c'erano in testa alla corsa Ghirotto, che arriverà primo al traguardo, il francese Madouas, il colombiano di Bugno Rondon e il campione d'Italia Giovannetti. Tra loro e il gruppo scalava il giovane di sostanziose speranze Belli. Durissima arrampicata, ne avesse incontrate altre così il Giro. Ugrumov si è lanciato alla caccia di Belli, lo ha uncinato e scavalcato. L'irlandese Roche s'è sfoderato dalla pattuglia della maglia rosa: dai Claudio, il navarro è cotto; e anche Chiappucci e l'amico si sono concessi qualche minuto di ricreazione. Indurain vedeva gli avversari sino a ieri presi educatamente a ceffoni, nell'inedita veste di quelli che se la svignano. Dopo ventun secondi dall'arrivo di Ghirotto, 120 chilometri di fuga, alzava sotto il traguardo di Oropa il suo tricolore Giovannetti. Lo seguiva Madouas. E lo scalatore colombiano Rondon? S'era dimenticato di essere uno scalatore: quarto su quattro. Evviva e applausi all'apparire di Ugrumov, quinto. Trentasei secondi, ed ecco Miguel, superato da Roche, da Argentin e da Chiappucci. Il navarro deposita la sua sfibrata figura contro la transenna, china il capo, è esausto. Non ha perso il Giro, ma nel mito dell'inaffondabile s'è aperta una falla. Gianni Ranieri 700 Giro /D" d'Ita d'Italia 1■ & * Mi f- 1 Borgomanero BIELLA Gattinara Cossato 219 TAPPA km 174 Busto Oleggio Arsizio Legnano ^^Vittore Olona Pero konat? c CIRCUITO 10 GIRI Borgomanero Pozzolo S. Vittore Olona Gattinara Cossato Oleggio Momo r Busto Arsiziol D. Milano piazza K.no p.za Cannone Cannone ~~~~ 20 40 60 80 100 120 140 160 km 174 12,50 13,30 14 15 15,30 ORARIO PASSAGGI ALLA MEDIA DI KM 42 Ugrumov (sopra) ha scosso Indurain (a lato) a Oropa