Goveani non è contento di Claudio Giacchino

Strani mugugni in casa granata nonostante la bella vittoria Strani mugugni in casa granata nonostante la bella vittoria Goveani non è contento 77presidente contro l'arbitro: «Mezz'ora a senso unico» Mondo: «Per ora abbiamo vinto solo il primo tempo» TORINO. Il Toro vince, stravince, ha messo le mani sulla Coppa. Eppure il dopopartita di Goveani e Mondonico non è visitato dalla naturale, dovuta euforia: almeno il dopopartita pubblico perché nel chiuso dello spogliatoio presidente e tecnico hanno festeggiato eccome con la squadra nuovamente animata dal leggendario tremendismo. Così, ecco in rapida successione il Notaio attaccare l'arbitro, e l'Emiliano abbandonarsi a gratuite lezioni di giornalismo. Goveani, sudato e sfatto come se avesse anche lui giocato, dichiara: «Ho visto una grande partita di bianconeri», Stupore generale, cosa c'entra la Juve? arriva il chiarimento: «Una grande partita di bianchi e neri». Dove, per neri, s'ha da intendere il direttore di gara che, per il presidente, «negli ultimi trenta minuti ha fischiato a senso unico... ». Dopo la polemica contro Amendolia, finalmente ecco un sorriso a suggellare la battuta: «Se sono felice? Sono stanco, le ultime stille d'energie se ne sono andate negli spogliatoi». Poi, un'altra stilettatina, anch'essa fuori posto: «Qualcuno aveva creduto che la quiete del nostro ritiro potesse scaricare la squadra: era, invece, la quiete che precede la tempesta». La chiusa è all'insegna dell'ottimismo più moderato: {(Abbiamo il 51 per cento di possibilità di conquistare la Coppa, calma con la gioia. Il Toro è stato grandissimo, aveva iniziato ad esserlo mercoledì, quando siamo saliti nell'eremo del Monferrato». Ed eccoci a Mondonico, un Mondonico torvo, quasi avesse perduto. L'esordio è scandito dall'elogio della squadra: «Come sempre ha dato tutto quanto poteva dare, il risultato è ultrameritato». Poi, via alle accuse: «Sino all'altro ieri eravamo dei peppini, e ora sento parlare di Toro grande, di Toro che ha ritrovato il suo tremendismo. Eh no, questo gruppo non ha mai difettato nell'impegno, io ne sono sempre rimasto soddisfatto: lo ero anche dopo lo 0-5 con il Cagliari perché sapevo che i ragazzi s'e¬ rano prodigati come al solito». Seguono le frasi stupefacenti, ermetiche, intempestive: «Mi spiace che ci sia gente che scriva del Toro senza avere nulla a che fare con il Toro», «Mani pulite nel calcio non potrà mai entrare se voi giornalisti sportivi non avrete il coraggio dei vostri colleghi politici». Chissà cosa c'entra? L'Emiliano, come Goveani, finalmente dona un sorriso: «La Coppa è tutta da conquistare, abbiamo disputato solo il primo tempo, guai se pensassimo di avere il 51 per cento di possibilità di cogliere il trionfo». Se ne va e i colleghi che poco frequentano l'ambiente granata domandano ai cronisti locali: «Ma, sono sempre così, anche dopo una vittoria che potrebbe, tra un settimana, risultare storica?» Eccoci all'euforia moderata dei giocatori. Cois gongola nell'apprendere che Goveani l'ha gratificato della lode «perfetto come un veterano» e ricorda: «Questa è la vittoria dei ragazzi del Filadelfia». Sul gol dice: «Fortunato m'ha servito un pallone d'oro». Dalla commozione di Bruno a quella di Marchegiani, entrambi sono andati sotto la Maratona a ricevere l'ultimo applauso della Curva, alla determinazione di Aguilera: «E adesso prepariamoci alla guerra, a Roma andremo davvero alla guerra». Quarantatrernila spettatori, vergognosamente pochi per una finale. Sono rimasti a casa migliaia di granata, è venuto il primo sostenitore della Juve: Gianni Agnelli. Ha definito la partita «bella, viva», elogiato Scifo «sempre un grande calciatore» e ancora criticato lo stadio, «difficile vedere bene in quest'impianto». Da segnalare, purtroppo, l'idiozia di alcuni teppisti annidati in Maratona che hanno per tutta la serata sparato petardi e fuochi artificiali in campo e la imbecillità dei romanisti che hanno bersagliato la polizia, sino a quando non sono stati caricati dagli agenti, con i seggiolini divelti. Claudio Giacchino COPPA ITALIA Il tiro di Silenzi che, deviato da Benedetti, porta in vantaggio il Toro; nella foto piccola, Fortunato colpito da un petardo

Luoghi citati: Filadelfia, Italia, Roma, Torino