Buona idea ma ha i suoi rischi

Buona idea, ma ha i suoi rischi Buona idea, ma ha i suoi rischi Trombetti Provera: meglio se prima si fossero privatizzate le banche S. MARGHERITA LIGURE DAL NOSTRO INVIATO «E' un provvedimento opportuno, ma pericoloso. Va bene che le banche siano libere di acquisire partecipazioni azionarie nel capitale di imprese non finanziarie, ma sarebbe stato meglio se questa sospirata luce verde fosse venuta dallo Stato dopo la privatizzazione delle grandi banche pubbliche». E' ancora lui, Marco Tronchetti Provera, l'amministratore delegato del gruppo Pirelli, l'«attor giovane» del management italiano; è l'unico quarantenne, insieme all'amministratore delegato dell'Olivetti Corrado Passera, a guidare un colosso industriale ma, a differenza del collega, Tronchetti Provera è espressione della famiglia che dà il nome al suo gruppo. Pericoloso? E perché mai? «La privatizzazione delle banche pubbliche, anche se in parte programmata, non si è ancora verificata. Gli istituti di credito sono ancora, in gran parte, in mano allo Stato. Se non interviene un rapi¬ dissimo e concreto processo di privatizzazione il rilancio economico di cui il Paese ha bisogno finirebbe con l'essere incanalato solo nell'assegnazione alle banche, tutte ancora pubbliche, del carico delle situazioni industriali complesse». Ma non c'è il rischio che i banchieri, sostituendosi agli imprenditori, si rivelino manager ancor più scadenti? «Non credo che le banche abbiano l'aspirazione di gestire le imprese; credo che abbiano al loro intemo professionisti che fanno il loro mestiere; il problema è individuare altri managers che sappiano fare bene il loro mestiere». Riferiamoci un attimo al caso Ferruzzi: le lettere del gruppo ai banchieri sono servite, di fatto, ad offrire tutte le poltrone di comando al consorzio... «La mia impressione è che quelle lettere possano essere più lettere che tendano a togliere dei poteri che a prenderli. Darei una lettura di sfiducia, non di sostituzione». Allora il problema diventa trovare i nuovi managers... «Credo che i manager debbano cercarsi il consenso attraverso i risultati che ottengono, la loro è un'attività che va svolta in modo professionale, indipendentemente da qualunque marchio d'origine, da qualunque provenienza. E credo che nel tempo prevarrà la logica della professionalità, già oggi in Italia ci siano molti manager che lavorano in modo professionale». Molti manager però, compreso lei, provengono e restano all'interno dell'ambito familiare cui appartengono... «Ma con uno Stato che occupa il 90% del sistema finanziario, il 40% del sistema industriale, con un debito pubblico che assorbe buona parte delle risorse finanziarie, qual è la priorità? Quella di creare le condizioni perché ci sia un mercato degno di questo nome. Giudicare criticamente le grandi famiglie mi sembra inadeguato, non significa nulla. Bisogna creare il mercato, sprigionare risorse che non vengano assorbite dal debito pubblico, bisogna che queste risorse vadano a finanziare lo sviluppo delle imprese, e allora sarà automatico che le grandi famiglie industriali riducano il loro peso». Ma con il nuovo legame tra banche e imprese, e perdurando l'assenza del mercato, non c'è il rischio che i guai delle imprese si ripercuotano più direttamente sulle banche e viceversa? «Sì, i rischi ci sono. Perché le banche intervengano, occorre che ci siano le condizioni minime affinché l'azienda possa riprendersi. Queste condizioni può identificarle molto bene anche una banca. A quel punto l'azienda va gestita in modo professionale. Non credo che le banehe vogliano gestire loro. Ma c'è il rischio che, senza le privatizzazioni bancarie, le imprese escano dall'ambito privato e si ritrovino indirettamente in quello pubblico». D'altronde privatizzare le banche è impegnativo... «Finché non si crea un mercato, finché non si scioglie il nodo di fondo, che è quello dell'assorbimento delle risorse da parte dei debito pubblico, finché non si taglia la spesa corrente fino ad eliminarne il disavanzo, fino a quel momento D sistema economico non sarà sano e il sistema industriale non potrà essere rilanciato». Sergio Luciano Marco Tronchetti Provera amministratore delegato del gruppo Pirelli

Persone citate: Corrado Passera, Marco Tronchetti Provera, Sergio Luciano, Trombetti Provera, Tronchetti Provera

Luoghi citati: Italia