Consumismo senza patria di Oreste Del Buono

Lasciate sperare i malati di Aids; Picasso sponsor della corrida »sn .n .a. m. m n». — ■ — , i RISPONDE O.d.B Egr. Sig. Del Buono, dieci mesi fa le scrissi e lei gentilmente mi pubblicò. Ritorno sullo stesso argomento: cioè sul fatto dei moltissimi prodotti in commercio di provenienza straniera. In questi giorni ho percorso varie volte i viali che circondano la Fiat Mirafiori: ho notato con amarezza quante auto di dipendenti Fiat siano di marca straniera. Un mio amico, funzionario in pensione della stessa Casa torinese, mi ha fatto notare che ha acquistato un'auto giapponese. Ho ricevuto un regalo molto pregiato: una borsa da viaggio: «Made in Belgique»... Emesto Amisano, Torino GENTILE signor Amisano, completo il suo elenco di lamentele, dopo la forzosa interruzione in ottemperamento delle disposizioni grafiche: «Ho fatto acquisti in un grande magazzino di biancheria: il cartellino indicava la provenienza: "Made in Brasil". Mi sono fatto un regalo da poche decine di migliaia di lire: un moderno cavatappi, "Made in Germany". E per ora basta. Ma il vero motivo che mi ha spinto a riscriverle è una cosa solo di ieri sera. Nella programmazione di un film italiano in televisione a opera del critico Gianluigi Rondi, si parla fra l'altro di automobili e nella proposta del venditore al compratore di un cambio di auto si dice testualmente (riferendosi a un'auto italiana): "Questo motore non farebbe funzionare neanche un tagliaerba" (L'auto prefe- Consusenpa mismo za ria rita era una macchina francese). Mi fermo qui, accorgendomi che pur volendo essere sintetico, mi sono dilungato eccessivamente. Sono uno di quei pochi italiani che ancora gli si accappona la pelle quando sente suonare o cantare un inno nazionale. Grazie e mi scuso ancora...». Gentile signor Amisano, io registro le sue lamentele, ma temo che ci sia poco da fare. Apparteniamo all'Europa, e non possiamo opporci alla circolazione dei prodotti delle altre nazioni europee. E poi negli Anni 60 abbiamo predicato il consumismo in ogni modo, ora riesce davvero scomodo tornare non solo all'austerità, ma anche all'autarchia, ovvero alla rinuncia alla libertà di scelta. E poi, gentile signor Amisano, a volte può pure capitare che un determinato prodotto sia migliore nell'altra versione e non nella nostra. Personalmente, lei può rispettare il suo dovere patriottico, ma non credo che le sia possibile aver compagnia, data la vigente anarchia. Ma davvero le si accappona la pelle a ogni inno nazionale? A me fa effetto solo la Marcia della Marina, ma mi si accappona per il fatto che ho portato a termine il servizio senza imparare a nuotare. Oreste del Buono Consumismo senza patria

Persone citate: Amisano, Del Buono, Gianluigi Rondi

Luoghi citati: Europa, Torino