Roma in rivolta contro i veleni di Raffaello Masci

Otto guardie municipali su dieci sono affette da gravi malattie causate dall'inquinamento «Ma il Campidoglio non fa nulla» Da martedì in sciopero gli «operatori della strada» per la qualità dell'aria Roma in rivolta contro i veleni Vigili urbani, pony express, tassisti, autisti di bus Dopo Vallarme-smog, decisa una protesta «a scacchiera» LA CITTA' «MORTALE» ROMA ELLA e invivibile, Roma è una città mortale. Non si tratta di una metafora romantica, la capitale d'Italia è in questi giorni una città dallo splendido cielo blu cobalto ma assolutamente velenoso, maleodorante di biossido di azoto, monossido di carbonio, ozono. Otto vigili su dieci hanno malattie causate da smog, negli ultimi 20 anni su un campione di 4 mila guardie municipali controllate dalle autorità sanitarie, 600 sono morte per tumori scatenati dall'inquinamento. Martedì sarà il primo giorno di una serie inedita di scioperi che hanno come obiettivo non una rivendicazione tradizionale, ma la qualità dell'aria. A indirli non sono state delle associazioni ecologiste, ma i cosiddetti «lavoratori della strada», cioè vigili urbani, pony express, tassisti, addetti alla manutenzione degli impianti urbani, autisti dei mezzi pubblici. Fattore scatenante la rilevazione di un forte incremento di malattie (dal cancro alla polmonite, alla sordità) riconducibili agli inquinamenti acustico e atmosferico che hanno superato oltre i limiti di legge, anche i livelli di sopportabilità umana. Alle spalle di questo allarme, c'è una storia antica di incuria dell'ambiente urbano, i cui1 effetti esplodono proprio mentre il più alto scranno capitolino è deserto: Roma è infatti governata da un commissario prefettizio in attesa di nuove elezioni. Per tutto l'inverno le centraline di rilevamento atmosferico hanno sistematicamente riscontrato una concentrazione di sostanze tossiche di gran lunga superiore al limite consentito. A questa emergenza diventata abituale si è risposto con provvedimenti amministrativi come le targhe alterne e la «fluidificazione» del traffico, il «coprifuoco» per vecchi e bambini invitati a non uscire in strada dalle 11 alle 16, col solo esito però di irritare i romani, i turisti, i pellegrini, i fedeli e gli infedeli che a vario titolo si sono riversati sulla città. Secondo una ricerca condotta dall'Università La Sapienza e dall'Osservatorio epidemiologico regionale, circa il 60% dei vigili soffre di gravi infezioni polmonari riconducibili all'inquinamento. Un controllo effettuato negli ultimi 20 anni su 3868 vigili urbani, dice che 557 sono morti per tumori causati da smog assunto in maniera continuativa. L'istituto previdenziale del Corpo delle guardie municipali dopo aver visitato i 1950 assistiti, ha riscontrato che 1600 hanno malattie al sistema respiratorio, il 60% ha problemi alle articolazioni, il 18% malattie cardiocircolatorie, il 35% patologie al sistema nervoso e all'udito. «Il nostro posto di lavoro - dice Ezio Matteucci, guardia comunale della Cgil - è la strada, luogo pericoloso, per cui chiediamo maggiori tutele. Speriamo di ricevere risposte diverse da quelle che ci diede l'ex sindaco (Carrara ndr), che di fronte alla nostra preoccupa- I zione per la salute dei vigili, ci disse di rassegnarci, perché eravamo stati assunti per lavorare in mezzo al traffico e che, comunque, correvamo lo stesso rischio di tutti i cittadini». In realtà chi lavora in strada rischia ben più di «tutti i cittadini», come dimostrano i tre vigili svenuti nei giprni scorsi per intossicazione da gas di scarico in tre grandi snodi di traffico: via Salaria, piazza San Giovan¬ ni e via Prenestina. Ora i vigili hanno chiesto al loro comandante, Antonio Capuano, almeno di potersi alternare nei turni di lavoro in strada. Proteste in sedi ufficiali, ovvio, ce ne sono state: i sindacati hanno fatto denunce alla Procura per le omissioni del Comune di Roma. I Verdi hanno sollecitato il piano operativo antinquinamento previsto dalla legge, cioè itinerari privilegiati per i mezzi pubblici, corsie preferenziali, zone interdette al traffico, revisione degli orari di scuole e uffici. Scelte laboriose ma non impossibili. A queste istanze dal Campidoglio non è giunta alcuna risposta. Mentre le condizioni degli «operatori della strada» restano immutate. Da qui la decisione di passare alle maniere forti: martedì 15 i tassisti incroceranno le braccia per 24 ore per chiedere misure antinquinamento, parcheggi, corsie preferenziali. Venerdì 18 dalle 8,30 fino alle 16,30 si fermeranno autobus e metropolitane, venerdì 25 sciopereranno i vigi¬ li urbani. Ma un commissario potrà riuscire laddove ha fallito un sindaco? Tra «quelli della strada» serpeggiano scetticismo e sconforto. I più vecchi ricordano un episodio che fece scalpore. Era l'ottobre del 1986, un bambino di nome Daniele invia una lettera a Vittorio Emiliani, allora direttore del Messaggero: «Caro direttore - diceva nella lettera - mio papà sta morendo di cancro, eppure non ha mai fumato, ma i medici dicono che ha respirato troppa aria sporca. Allora io vorrei dire a quelli che sporcano la città con i motori, che per colpa loro mio papà morirà». Il padre di Daniele, un vigile urbano di 42 anni, sarebbe morto in realtà di lì a qualche giorno. Il fatto suscitò commozione, onori delle cronache, commenti sui giornali e prediche nelle chiese. L'unica cosa che non sortì furono decisioni serie da parte delle autorità amministrative. Raffaello Masci Otto guardie municipali su dieci sono affette da gravi malattie causate dall'inquinamento «Ma il Campidoglio non fa nulla» I udpcaeica«d I vigili urbani di Roma protestano contro inquinamento atmosferico e acustico insieme con gli altri «lavoratori della strada»

Persone citate: Antonio Capuano, Ezio Matteucci, Vittorio Emiliani

Luoghi citati: Carrara, Comune Di Roma, Italia, Roma