Morillon: fermatevi o ci ritiriamo

Estero Dopo un giorno di fuoco il generale minaccia di riportare a casa i Caschi blu Morillon: fermatevi o ci ritiriamo Bomba su un funerale a Sarajevo, 8 morti SARAJEVO. La guerra uccide ancora tra i civili a Sarajevo: una granata su un funerale, otto morti. E Morillon minaccia di tornare a casa. Il comandante dei caschi blu in Bosnia ha dichiarato ieri che ritirerà le sue truppe se non verrà posta fine all'attuale «esplosione di violenza», mentre la diplomazia internazionale gioca questo fine settimana la sua ultima carta per porre fine alla carneficina nella Bosnia che ha causato almeno un centinaio di morti e altrettanti feriti nelle ultime 24 ore. Parlando in una conferenza stampa a Sarajevo, Morillon ha precisato che le forze di pace dell'Onu possono «essere d'aiuto, ma solo con l'appoggio delle autorità e delle popolazioni locali e se questo non sarà possibile ce ne andremo con la rabbia e la tristezza nel cuore». Ieri sera sono giunti a Zagabria i copresidenti della Conferenza di pace sulla ex Jugoslavia Lord Owen e Thorvald Stoltenberg per un incontro con i leader dei croato-bosniaci Boban e il presidente della Croazia Tudjman. I colloqui avvengono a porte chiuse. Lord Owen e Stoltenberg rientrano a Ginevra oggi per incontrare il presidente bosniaco Alija Izetbegovic. Mercoledì prossimo si svolgerà in Svizzera un incontro definito «decisivo» tra Tudjman, Izetbegovic e Milosevic. I serbo-bosniaci hanno sparato alcuni colpi di mortaio su un corteo funebre che si svolgeva nel centro storico di Sarajevo. Uno dei proiettili è esploso tra la folla uccidendo otto persone e ferendone altre cinque. Radio Sarajevo ha aggiunto che nelle ultime 24 ore l'artiglieria serbo-bosniaca che spara dalla montagna di Bredevic ha causato gravi danni a vari quartieri della martoriata capitale della Bosnia. Incessante è stato per tutta la giornata anche il bombardamento sull'enclave musulmana di Gorazde, nella Bosnia orientale, dichiarata zona protetta dall'Onu. Scontri di particolare violenza si sono avuti oggi a Novitravnik, tra musulmani e miliziani croato-bosniaci che hanno tentato una controffensiva dopo la sconfitta subita a Travnik la scorsa settimana. E i serbi riarmano i croati liberati dal campo di Manjaca perché combattano contro i musulmani. A Sarajevo, nei quartieri non controllati dai serbi, mancano anche acqua e elettricità e la stessa situazione si è verificata a Mostar, capoluogo dell'Erzegovina, controllato dai croatobosniaci, dove ieri è morto un casco blu spagnolo che era rimasto ferito mentre scortava un convoglio che trasportava medicinali destinati all'ospedale locale. In Croazia è continuato con l'arrivo di altri duemila profughi dalla Bosnia centrale l'esodo dei rifugiati vittime della sanguinosa offensiva musulmana contro gli ex alleati. A Spalato, sulla costa adriatica, centinaia di croato-bosniaci hanno preso a sassate autobus che volevano riportarli in Erzegovina. Ieri Scalfaro ha consegnato quattro medaglie d'oro al valor militare ai parenti dell'equipaggio dell'elicottero italiano Ab-205 abbattuto da un velivolo jugoslavo nei pressi di Madzarevo, a 60 chilometri da Zagabria, nel gennaio dell'anno scorso. [e. st.] Miliziani serbi all'attacco a Brcko tra le rovine di un luna park Nella foto piccola il generale Morillon che minaccia di ritirare i suoi Caschi blu (FOTO REUTER]