«Capitalismo a Mosca, tutto e subito»

«Capitalismo a Mosca, tutto e subito» «Capitalismo a Mosca, tutto e subito» Dall'intransigenza di Tokyo ai dubbi dell'America L'ULTIMA VOLTA CON MIKHAIL 17 LUGLIO 1991 Major: «Saluto calorosamente il presidente dell'Urss Mikhail Gorbaciov. Noi tutti ammiriamo il suo ruolo e siamo uniti nell'appoggio dei suoi sforzi. Ci rendiamo conto degli enormi cambiamenti avvenuti nell'Urss, crediamo nella sua fedeltà alle riforme, speriamo di sentire un racconto dettagliato dei piani di privatizzazione e di liberalizzazione dell'economia, vogliamo conoscere le basi di quel mercato che volete costruire». Gorbaciov: «Vi ringrazio tutti non solo perché appoggiate la grande causa per la quale stiamo lavorando in Urss, ma anche perché volete trovare le forme concrete di collaborazione e di aiuto. Il sistema amministrativo di comando in Urss ha portato a forme di vita che hanno vincolato tutta la società. Bisogna cambiare tutto e si può fare attraverso il processo politico, la competizione democratica di idee e anche attraverso l'economia, cambiando il rapporto con la proprietà e concedendo la libertà della scelta economica. Seguiremo questa strada». Bush: «Vogliamo conoscere il meccanismo delle vostre prossime azioni, per esempio a riguardo della distribuzione delle responsabilità nell'ambito dell'Unione. Gli imprenditori devono sapere con chi hanno a che fare». Gorbaciov: «Secondo quanto prevede il nuovo trattato sull'Unione avremo un mercato unico che significa un solo sistema bancario e un'unica dogana. Per quanto riguarda le tasse la mia posizione è ferma. Non firmerò il trattato dell'Unione se non sa- ranno previste le tasse federali». Kohl: «Tutti noi sentiamo di vivere un momento storico straordinario, per questo è importante che la nostra discussione sia sincera. Le domande che farò al presidente Gorbaciov, non lo devono imbarazzare. Stiamo facendo un passo gigantesco verso rapporti normali, vediamo che l'Urss si sta muovendo nella direzione giusta, ma è necessario rendersi conto che nessuno di noi è seduto su una cassa piena di soldi. Le mie domande. Quando verrà firmato il trattato dell'Unione? Riforme economiche reali sono impossibili senza il trattato, senza un chiarimento nei rapporti tra le Repubbliche. Secondo: vediamo i vostri sforzi nel campo del disarmo, ma per affermare in Occidente l'appoggio ai suoi sforzi è importante sapere se l'Urss con¬ tinuerà l'appoggio ad alcuni paesi, per esempio a Cuba». Gorbaciov: «Il carattere dei nostro rapporti con Cuba e il Vietnam è cambiato radicalmente. L'aiuto al Vietnam è stato ridotto di tre volte, a Cuba di due. Da Cuba abbiamo un terzo dello zucchero che consumiamo e la frutta. Ci sono dei segnali che anche Cuba si inserirà nell'economia mondiale (...)». Mitterrand: «Il miglior argomento a favore della fiducia è quello che sta facendo il presidente Gorbaciov. Non importa se aveva voluto tutto questo o semplicemente aveva accettato quello che stava accadendo. In ogni caso è stato un atto di volontà. In fondo avrebbe potuto comportarsi come i suoi predecessori. Come risultato ci sarebbe stata la catastrofe. La storia non lo dimenti- cherà. (...) Sulla privatizzazione: non vi consiglierei di privatizzare tutto. Io sono socialista per temperamento. L'importante è sintetizzare l'iniziativa privata, la lotta democratica, la concorrenza e il ruolo dello Stato. Nei nostri paesi, in modo diverso, lo Stato ha un ruolo. Dobbiamo rispettare le tradizioni dell'Urss. Ma noi occidentali abbiamo una cosa in comune: la proprietà privata e le garanzie per i proprietari stranieri, inclusa l'esportazione del profitto. Il vostro paese ha una tradizione di proprietà collettiva. Dovete trovare una via di mezzo». Kaifu: «Il Giappone appoggia la perestrojka e il presidente Gorbaciov. L'importante è la fedeltà alla trasformazione dell'economia sovietica in un'economia di mercato. Ho letto il suo messaggio, dove lei dice che è necessario evi- tare rischi eccessivi ed elenca le difficoltà del processo. A me sembra che alla fine le mezze misure costeranno più care. Lei dice che la proprietà privata è la componente necessaria dell'economia di mercato e nello stesso tempo parla della parità tra tutte le forme di proprietà. Che intende per economia mista?». Gorbaciov: «Il signor Kaifu mi chiede dei tempi delle riforme. Vogliamo accelerarle ed entrare più rapidamente nel nuovo sistema, ma dobbiamo farlo in modo che la società lo regga. Penso che in nessuno dei vostri paesi c'è un economia di mercato pura e penso che non volete il nostro fallimento. Per questo vi dico: vogliamo raggiungere le libertà economiche, ma la società deve decidere da sola. Cosa dobbiamo fare: spingere la gente nelle imprese azionariate?». Mulroney: «Presidente Gorbaciov, è difficile cominciare, ma il bello del mercato è che quando c'è, i suoi benefici sono enormi. Il problema è come attirare il capitale privato. Gli imprenditori canadesi mi hanno detto che per entrare in Urss vogliono stabilità politica, chiarezza nella giurisdizione, riforma finanziaria, un rublo forte, la riforma della proprietà e libertà di attività imprenditoriale. (...) L'Urss già oggi può dare molto a un businessman. La chiave è la proprietà privata e la liberalizzazione dei prezzi. Lei dice: il 70 per cento dei prezzi non verrà controllato dallo Stato. Perché non il cento? Perché non da domani?». Gorbaciov: «E' vero gli imprenditori non verranno da noi se non ci sarà una stabilità politica che consenta la riforma economica. Avete chiesto con chi trattare in Urss. Bisogna partire da quello che sta scritto nel trattato dell'Unione approvato da tutti in via di principio: ci sarà un mercato unico, che concederà maggiore libertà ai produttori. Per quanto riguarda i prezzi, nei prossimi diciotto mesi quelli non controllati aumenteranno dal 35 al 70 per cento. Lasceremo il controllo solo sui prezzi di alcune risorse naturali e sui prodotti chiave del consumo popolare, soprattutto alimentari. Ma quando lo faremo, bisognerà poter soddisfare il mercato. E' importante che la gente veda cambiamenti in meglio». Andreotti: «Di fronte al presidente Gorbaciov ci sono problemi colossali. Ma devo dire che anche la nostra economia non era forte quando abbiamo cominciato il processo della sua trasformazione. Per questo noi, forse meglio di chiunque altro, comprendiamo perché bisogna essere prudenti nella ristrutturazione, perché non si può eliminare in un solo giorno il controllo sui prezzi. Non ho dubbi che oggi è un giorno di svolta. Le relazioni che prima erano incentrate su problemi militari passano adesso sul piano economico. Qui alcuni hanno menzionato Cuba. E siccome l'opinione pubblica americana è preoccupata per questo, bisogna tenerne conto perché noi vogliamo che la nostra opinione pubblica appoggi i nuovi rapporti con l'Urss. (...) Presidente Gorbaciov, lei merita onore non ancora per il successo, ma per il coraggio. Ma noi abbiamo bisogno anche del suo successo». Kohl: «Non siamo seduti su una cassa di soldi» Mulroney: «Lei dice: il settanta per cento dei prezzi non verrà controllato dallo Stato Perché non il cento? Perché non da domani?» Un'immagine del vertice del G-7 a Londra nel 1991 A sinistra, Mikhail Gorbaciov Sotto, il Cancelliere Helmut Kohl