Moda la crisi va al galoppo di Luisella Re

Mai andate così male le vendite estive nel settore dell'abbigliamento Mai andate così male le vendite estive nel settore dell'abbigliamento Moda, la crisi va al galoppo E dal 10 luglio cominceranno già i saldi «Le vendite di abbigliamento estivo vanno malissimo e la conferma arriverà il 10 luglio, quando i saldi esploderanno con enorme violenza». Saranno saldi all'osso, caratterizzati da un'abbondanza di scelta e ribassi di prezzi mai visti prima. Una pacchia per i consumatori, ma un dramma per i commercianti. Spiega Pier Carlo Provelli nella sua boutique di via Roma: «I nostri magazzini straripano di merce invenduta che, causa l'estremo bisogno di liquidità, dovremo svendere a prezzo stracciato senza poter coprire i costi aziendali. Risultato: la liquidità scenderà ulteriormente e a settembre, quando dovremo pagare l'abbigliamento invernale molto più costoso di quello estivo, a molti non resterà che chiudere per sempre la serranda». E' un malessere che non risparmia nessuno: chi vende merce di fascia bassa come chi tratta merce di fascia media, i piccoli negozi di periferia come le boutiques del centro dove il peso della recessione si abbina alla diaspora dei «tangentari» dichiarati o presunti. Ancora Provelli: «Qui in via Roma ne soffrono soprattutto le grandi gioiellerie, dove c'era chi acquistava in un colpo solo 4 o 6 cronografi di lusso per "omaggiarli". Erano gli stessi clienti che in boutique si rifornivano di venti o trenta maglie pregiate alla volta. Sono spariti tutti. Li ritroviamo sul gior- naie». Ma la moda corre più in fretta della crisi: nei negozi, terminate a marzo le scelte del campionario invernale di cui sono già iniziate le consegne, si aspettano a giorni i campionari destinati alla primavera '94. Riassume Meo Torta, presidente Ascom dell'abbigliamento: «Invece di rifornirmi come sempre da cinquanta ditte diverse, acquisterò meno merce da poche aziende davvero valide, e come me molti colleghi. Saranno quindi premiate le ditte migliori anche se la crisi, iniziata a gennaio per noi commercianti, sta intaccando profondamente per la prima volta l'intero settore produttivo». Succede perché i negozianti non hanno più liquidità sufficiente per pagare i rifornimenti. Risultato: saltano le piccole industrie abituate a farsi pagaie immediatamente e stentano le più grandi, impegnate a tenersi a galla su un gorgo di fatture dila- zionate e assegni postdatati. Anticipa Meo Torta: «Invece di piangere, meglio rimboccarsi le maniche. L'autunno sarà durissimo e bisognerà attendere l'anno nuovo per la prima schiarita. Noi italiani ci siamo abituati a vivere una spanna sopra i nostri mezzi e ridiscendere a terra non ci farà male. Ma attenzione a non sprofondare». Si salveranno i migliori e i più forti: tra i commercianti, chi giocando in difesa sta riuscendo a contenere la flessione in un 10 per cento contro il 30-40 «purtroppo reale» di tanti colleghi. E tra le industrie, quelle dotate di investimenti in grado di puntellare l'unica formula attuale di sopravvivenza. Alla sua base: l'acquisto degli ottimi e per ora irripetibili tessuti «made in Italy», il loro invio per la lavorazione in Paesi terzi a bassissimo costo di lavoro e il loro rientro come «capi finiti». Commenta Torta: «Lo fa anche Armani, con ottimi risultati. Ma è un gioco troppo grosso per i produttori marginali». All'Associazione degli industriali di abbigliamento non resta che stringere i denti. Riassume il dottor Brovia, responsabile del marketing: «La svalutazione della lira ha provocato modesti segni di ripresa all'estero ma in Italia restiamo abbastanza fermi. Si salva il lusso di fascia alta ma solo in parte, perché tanti che se lo permettevano con qualche sforzo ci hanno rinunciato». In tanto grigiore, un commento unico: «Stiamo arrancando su una salita che ieri affrontavamo con la terza, mentre ora ci vuole la prima. Ne deriva che mantenersi a livelli di poco inferiori all'anno scorso sarà già un successo. A imporsi sarà la qualità: anche nella moda, i tempi del tanto fumo e poco arrosto sono tramontati per sempre». Luisella Re Una vera pacchia per i consumatori, ma è un dramma per i commercianti Le vendite vanno male, si preannunciano saldi «all'osso» Qui accanto, Pier Carlo Provelli «I nostri magazzini straripano di merce invenduta»

Persone citate: Armani, Brovia, Moda, Pier Carlo Provelli

Luoghi citati: Italia