Il «senatur» alla conquista di Ciriè
Il «senatur» alla conquista di Ciriè Il «senatur» alla conquista di Ciriè E' l'ultimo baluardo della de contro il Carroccio Il Carroccio punta diritto a Ciriè, cuore bianco della provincia. Per espugnare la più importante roccaforte de della cintura scende in campo il leader dei «lumbard», Umberto Bossi, atteso stasera a Ciriè per un comizio in piazza Castello a sostegno del suo candidato in ballottaggio. E se il leghista Ezio Genisio guarda alla presenza del «senatur» per un balzo in avanti dei suoi consensi, il sindaco de Aldo Buratto mostra i muscoli: «Se la Lega vuol giocare duro, noi abbiamo la forza per ricacciarla di là del Ticino». La battaglia elettorale del 20 giugno si gioca in una città governata dallo scudocrociato da quarant'anni, dove risiedono l'industriale Cornelio Valetto e il presidente della Begione Gian Paolo Brizio, in Consiglio comunale da 36 anni. Per la prima volta, il 6 giugno Brizio ha rinunciato a entrare in lista, sostituito dal figlio Francesco. La squadra guidata da Buratto, sindaco uscente, ha superato il 28% dei consensi, guadagnando, in controtendenza rispetto al resto d'Italia, nove punti: «E' per questo - dice Ezio Genisio - che la Lega punta dritta su Ciriè. Battere qui la de avrebbe un significato decisivo per liberarsi degli ultimi baluardi dei vecchi partiti: dar prova di buon governo in questa città sarebbe la base per la conquista, nel '95, delle giunte del Canavese, oltreché il grimaldello per aprire molte porte a Torino». La de si prepara a rispondere portando in città Martinazzoli. Dice Brizio: «Doveva già venire prima del 6 giugno. Se Bossi vie- ne a Ciriè è perché la Lega sa che siamo un avversario forte: ero pronto a un faccia a faccia col senatore, ma non si è degnato di discutere col presidente della terza regione d'Italia. La de non ha paura, a Ciriè esprime uomini preparati e ben voluti dalla gente». Aldo Buratto: «Qui si confrontano due sindaci, non capisco che c'entrano i milanesi. Comunque, dopo averlo sentito, i ciriacesi non avranno dubbi: sceglieranno noi». Ezio Genisio parte dal 26,5% delle preferenze: «Sulla scheda ci sarà solo il simbolo di Alberto da Giussano. Non facciamo apparentamenti, abbiamo in tasca la lista degli assessori». Alcune delle liste battute il 6 giugno hanno già dato indicazioni agli elettori: Pasquale Cavaliere (Verdi, Bifondazione, Bete, Pensionati) invita all'astensione, mentre il pds di Marita Peroglio sottolinea l'importanza di recarsi alle urne, «ma per votare scheda bianca. I due in ballottaggio non rappresentano il rinnovamento che ci sta a cuore». La lista civica ((Alleanza per Ciriè» invita «a votare liberamente secondo coscienza»: pare probabile che anche la de si presenti agli elettori soltanto con il suo simbolo, ma per gli uomini di Buratto «resta aperta la possibilità di discutere». Non dicono con chi, ma non rimangono che «Rinnovamento socialista» (psipsdi) e la Usta civica «Cittadini indipendenti». In attesa di Martinazzoli, l'appuntamento con Bossi è alle 21. Giovanna Favro li leader della Lega, Bossi, e il presidente Brizio
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