Così forte, così noioso

Così forte, così noioso Così forte, così noioso Senza Miguel sarebbe stato un bel Giro SESTRIERE. A quota duemila si è realizzata ieri al Sestriere, traguardo del Giro d'Italia in bicicletta, in un gigantesco diorama, una celebre vignetta di Sempé per L'Express: il re che con il suo corteo passa per la via, pochi ai lati, tutti nelle case a dargli la schiena, e impegnati a vederlo passare sul televisore. L'assalto di folla al coUe era stato imponente e metodico, auto parcheggiate chilometri e chilometri prima, anche salendo da Cesana per la strada libera dalla corsa, e cicloamatori a migliaia, con corpi antichi e divise e biciclette pop. Ma il freddo barbaro, prima freddo di pioggia, poi freddo di vento, poi, senz'acqua né aria speciali, soltanto freddo di freddo, aveva cacciato via questa gente dalla strada, spedendola nei bar, nelle case, nelle hall degli alberghi, e i giornalisti nella sala-stampa: a dar le spalle al Giro ed a guardare la televisione. Ogni tanto una epifania di sole, subito caldissimo al contrasto, invitava qualcuno ad andare a vedere dal vivo, annusare, toccare, palpare, pomiciare il Giro. E corridori che arrivavano a maglietta aperta, con scollature da indossatrici su pettorali più sviluppati di quelli delle indossatrici, sembravano rimproverare i pavidi. Il Giro di due anni fa, Chosaz su Chiappuci, e il Tour dell'anno scorso, Chiappucci su Vona, sembravano cose e corse di un altro pianeta, di un altro clima, di un altro sport. La cronoscalata poi consegnava ieri i corridori all'arrivo uno per uno, senza quei senso di caldo contagioso, di gruppo di amici alla fine dell'avventura, che hanno anche i plotoncini dei più sfigati. E' stato un martirio dei corpi, accompagnato da quello dei cervelli per quelli che, italiani e italofili, pensavano a quale noioso Giro ci ha portati la supremazia di Indurain, ed a quale bellissimo Gi¬ ro, e Giro più nostro, si sarebbe avuto se nessuno avesse insistito, anche con denaro, per avere al via lo spagnolo già killer lo scorso anno. Indurain è qui - e gioca a vincere senza neanche faticare perché voluto per collocare la corsa e in un'orbita di concorrenza al Tour de France e sui teleschermi della Cinco, il Canale 5 berlusconiano in Spagna. Più saggio fargli un regalo, come a Binda nel 1930, affinché stesse a casa, e poi invitare la gente al gioco di pensarlo battibile, meglio se attraverso un Chiappucci che un Ugrumov, si capisce. Perché questo Indurain ha scuciate ulterioremente il nostro ciclismo, ed ha fatto vedere come, per le prove a tappe, ci manchino o almeno ci difettino certi organi essenziali: il fegato, il cuore, i polmoni, i muscoli. Ieri i nostri sono arrivati non solo nudi, non solo privi anche di anima, come Bugno, ma in pan- creas, in milza, in duodeno. Più che nudi: scarnificati, laparatomizzati, zombi reduci da una crudele autopsia. Miracoli di bla-bla-bla anche e soprattutto elettronico sono poi stati eseguiti per inamidare la corsa, cioè tenerla su, sperando nel miracolo oggi della Madonnina nera di Oropa, che chissà perché non dovrebbe amare i navarri, specie se pii co¬ me Indurain. La molta gente al colle è rimasta lungamente bloccata davanti ai televisori. Le montagne bianche intorno sembravano incombere, scendere a slinguare di neve i cuori. I già vacanzieri lamentavano la mancanza di acqua calda, con tutte quelle docce lunghe, per non morire, dei corridori. Gian Paolo Ormezzano 20g TAPPA km 172 m 1180 Valico di Bielmonte m 1517 ia Croce Mosso Vergnasco TORINO Chivasso Valico di Bielmonte Cigliano Rondissone Chivasso Croce Mosso Cavaglià Andorno Micca 0 20 40 60 80 100 120 140 160 km 172 ORARIO PASSAGGI ALLA MEDIA DI KM 30 A lato Bugno ieri 73° a I0'30" Sopra Indurain e Chiappucci sofferente: è giunto nono con un ritardo di 4 minuti e 15" Oggi. Ventesima e penultima tappa, da Torino a Oropa (172 km). Ritrovo in piazza San Carlo alle ore 11, via da corso Casale alle 12,30, arrivo a Oropa previsto verso le 17 (il traguardo è posto in salita, a quota 1180). Al 130° km un'ascesa di 20 km, per raggiungere il valico di Bielmonte. E' l'atto finale per gli scalatori.

Luoghi citati: Andorno Micca, Cesana, Italia, Oropa, Sestriere, Spagna, Torino