«Non perdiamo tempo prezioso» di Roberto Ippolito
«Non perdiamo tempo prezioso» Unione monetaria in panne «Non perdiamo tempo prezioso» ROMA. Meglio di niente. L'Europa a due velocità piace. Si fa strada l'idea che l'unione monetaria venga anticipata dagli Stati con le valute in buona salute. Giovanni Agnelli, presidente della Fiat, è convinto che convenga muoversi in questa direzione: «Se già esistono le condizioni almeno per una stretta maggioranza di Paesi sarebbe forse più auspicabile ed opportuno non attendere» il 1996 indicato dal trattato di Maastricht per consolidare l'unione monetaria. L'Avvocato ha parlato alla riunione annuale dell'Annue, l'Associazione per l'unione monetaria europea, svoltasi questa volta in Italia, all'Auditorium della Confindustria all'Eur. Oltre a lui l'ipotesi dell'Europa a due velocità è stata sostenuta da Tommaso Padoa Schioppa, vicedirettore generale della Banca d'Italia e da Enning Christophersen, vicepresidente della Commissione Cee. Per Agnelli è una scelta dettata dall'esigenza di «essere realisti». In questo momento, a suo giudizio, «non si può pensare di riavviare il cammino verso la moneta unica contando su tutte le undici monete». La crisi del sistema monetario europeo ha infatti già «operato una selezione» tra chi è «in grado di partecipare all'unione monetaria» e chi non lo è. Ma, per il presidente della Fiat, non aspettare che tutti siano pronti offre qualche vantaggio. «La costituzione di un nucleo duro europeo - è la sua tesi - costituirebbe un punto di riferimento essenziale: permetterebbe di stabilizzare lo stesso gruppo delle monete forti e di accrescere le spinte alla convergenza in quelle economie che non ne soddisfano ancora i requisiti». L'unificazione dimezzata dovrebbe cioè tramare il rilancio di tutta l'economia europea. Ma perché Agnelli confida in questo risultato? Vede nell'unione ristretta «un contributo significativo ad un ulteriore calo dei tassi di interesse». Con la «certezza dei valori monetari» si stimolerebbe poi il risparmio e si potrebbero concepire politiche di sviluppo. E di «un grande piano di rilancio complessivo» c'è davvero bisogno. Il presidente della Fiat ha descritto con preoccupazione le attuali condizioni del continente. In tutto il mondo emergono nuove agguerrite realtà. «Il livello di benessere e di qualità della vita che l'Europa ha raggiunto in questi anni - afferma l'Avvocato - non appare come un dato immutabile. Anzi, è sempre più minacciato. Per mantenerlo, dobbiamo meritarcelo». Ma cosa non va nel vecchio continente? Agnelli ha compilato un lungo, amaro elenco di situazioni negative. Si parte dal fatto che «tutti sembrano destinare il massimo delle loro forze al tentativo di risolvere per proprio conto i problemi di ciascun Paese». Manca così la spinta a «concordare e coordinare alcune grandi scelte». E ancora. L'Europa appare «debolissima in politica internazionale, come dimostra la sua impotenza» per l'ex Jugoslavia. «Appare poco incisiva» per favorire l'integrazione dei Paesi dell'Est, «miope nell'affrontare» la liberalizzazione degli scambi internazionali e «confusa di fronte alla necessità» di cambiare le «regole del sistema economico e sociale». Agnelli è deluso: «Non è certo questa, priva di slancio e di coraggio, la Comunità nella quale abbiamo creduto e ancora crediamo». Roberto Ippolito Il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio Dalla riduzione dei tassi Ciampi può sperare in una accelerazione della trattativa sul costo del lavoro e in una spinta verso l'Europa
Persone citate: Agnelli, Antonio Fazio, Christophersen, Ciampi, Giovanni Agnelli, Tommaso Padoa Schioppa
Luoghi citati: Europa, Italia, Jugoslavia, Roma
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