Il New York Times salva il quotidiano dei liberal

Il Boston Globe pagato 1600 miliardi Il Boston Globe pagato 1600 miliardi Il New York Times salva il quotidiano dei liberal Negli Usa nasce un gruppo editoriale da 2 milioni e500 mila copie al giorno WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Con una mossa di importanza storica nello sviluppo del mondo editoriale americano, la compagnia che controlla il «New York Times» ha acquistato per oltre un miliardo di dollari il «Boston Globe», l'antico e prestigioso quotidiano del New England che per primo si battè per il ritiro degli Stati Uniti dal Vietnam e ha condotto, nei suoi 120 anni di vita, un'infinità di altre battaglie. Con l'acquisto, al cui perfezionamento manca solo qualche passaggio burocratico, «The New York Times Company», controllata dalla famiglia Sulzberger, raggiunge una posizione di irraggiungibile preminenza nella costa orientale degli Stati Uniti e potrà disporre di uno dei più grandi mercati pubblicitari del Paese. Già adesso è una potenza. Il «New York Times», con una diffusione media settimanale di un milione e 230 mila copie e una domenicale di oltre un milione e 800 mila, è il primo quotidiano metropolitano e festivo degli Stati Uniti («Wall Street Journal» e «USA-Today» non hanno base territoriale e non escono il week end). La compagnia che lo controlla, con quasi due miliardi di dollari di entrate annue, possiede altri 31 giornali regionali, 20 riviste e 5 televisioni con reti radiofoniche, oltre a condividere con il «Washington Post» la proprietà dell'«International Herald Tribune». La società che possiede il «Boston Globe», di cui è proprietaria di maggioranza la famiglia Taylor, ha il controllo di 19 riviste. Il «Boston Globe», fondato nel 1872 dai sei uomini d'affari della città, tra i quali Eben Jordan, ha una diffusione quotidiana di oltre 500 mila copie e una domenicale di 811 mila. Già un anno dopo la sua nascita, una sola altra famiglia, oltre ai Jordan, ne condivideva la proprietà. Si tratta appunto dei Taylor, che nel tempo hanno poi acquistato una posizione di preminenza. La cifra esatta dell'acquisto è un miliardo e 100 milioni di dollari, circa 1600 miliardi di lire. Si tratta di una cifra che, per le sue dimensioni, segnala piuttosto chiaramente che cosa sia l'industria editoriale americana, dominata per tradizione da editori puri. L'accordo, raggiunto nei giorni scorsi dopo sei mesi di defatiganti trattative, prevede che, oltre a mantenere una completa autonomia editoriale, il «Boston Globe» conserverà per almeno cinque anni il suo attuale gruppo dirigente e manageriale. Neppure le redazioni di corrispondenza dalle diverse città verranno fuse. All'ultimo minuto, l'accordo stava di nuovo per saltare, quando Benjamin Taylor, ultimo discendente della famiglia e attuale presidente della società, ha preteso un controllo maggiore sul «Globe» di quanto «The New York Times Company» fosse disposta a garantirgli. Non sono noti i dettagli dell'accordo finale. La concentrazione delle proprietà editoriali, con questa fusione, si accresce notevolmente, essendo peraltro già notevole. La «Gannet Newspapers», proprietaria, tra l'altro di «USA-Today», controlla, con la sua rete di quotidiani, una diffusione giornaliera media di quasi 6 milioni di copie, seguita dalla «Knight-Ridder», con 3 milioni e 700 mila, dalla «Times Mirror» con 3 milioni e subito dopo da «New York Times» e «Boston Globe» assieme, con 2 milioni e 500 mila copie. La «Dow Jones», proprietaria del più grosso quotidiano nazionale, il «Wall Street Journal», può vantare una diffusione giornaliera di 2 milioni e 400 mila copie. A parte «Wall Street Journal» e «Usa-Today», negli Stati Uniti non esistono quotidiani nazionali. Paolo Passarmi

Persone citate: Benjamin Taylor, Knight, Sulzberger

Luoghi citati: Stati Uniti, Usa, Vietnam, Washington