L'arte della guida secondo Ferrari

Nel circuito del Mugello con i clienti del Cavallino che vogliono migliorarsi al volante Nel circuito del Mugello con i clienti del Cavallino che vogliono migliorarsi al volante L'arte della guida secondo Ferrari in primo piano FIRENZE DAL NOSTRO INVIATO Jean Alesi sorride gentile dalla videocassetta. «Benvenuti al Mugello - dice -, vi invito a fare un giro di pista con me. Vi indicherò i punti difficili e vi farò vedere come si devono compiere le traiettorie». Sul televisore scorrono le immagini del pilota della Ferrari che, al volante di una berlinetta Testarossa 12 cilindri, inanella con sapiente maestria, curva dopo curva, il difficile circuito toscano. Niente monoposto di FI, perché il francese non fa da maestro a corridori ma a un gruppo di clienti Ferrari che sono venuti qui per migliorare le loro capacità di guida. Alesi, però, è solo il biglietto da visita ai corsi varati da Maranello (Luca Montezemolo ne studia una più del diavolo per stimolare l'attenzione sul nome Ferrari in questi difficili momenti e per rinsaldare, giustamente, i rapporti tra chi possiede una vettura del Cavallino e la fabbrica). Corsi di guida sicura, sia ben chiaro, non di velocità. E il coordinatore degli stessi è Andrea De Adamich, l'ex pilota di FI che si è, tra l'altro, specializzato in questa attività e che dirige a Varano de' Melegari un'attività analoga con l'Alfa Romeo. I corsi in programma nel '93 sono sei, di cui uno svolto in aprile. Il secondo è questo, cui assistiamo, gli altri si svilupperanno nel corso dell'anno, sino a fine ottobre. Per ogni sessione 24 allievi. Costo delle lezioni 3.500.000 lire, compreso l'albergo, a due passi da Firenze. C'è gente di tutto il mondo, arabi e uomini d'affari di HongKong compresi. Molti gli italiani, moltissimi gli americani: negli Stati Uniti, anche se i limiti di velocità sono bassi e la polizia severissima, la «febbre Ferrari» resta alta. C'è un industriale di Newport Beach (California) che ha allestito una scuderia con 24 vetture del Cavallino. Perché vengono a un corso del genere? Le risposte sono, più o meno, le stesse: per il piacere di affinare la propria guida, per la gioia di verificare le qualità di una Ferrari in pista, per imparare qualche trucco del mestiere buono nelle emergenze. E, naturalmente, per «respirare» un po' l'aria di questa fabbrica che, crisi o non crisi, resta una leggenda: prima del corso tutti sono andati in pellegrinaggio a Maranello per vedere come nasce una «rossa». «Abbiamo chiamato "Pilota Ferrari" questi corsi - afferma De Adamich -, ma non ci riferiamo certo a Berger o Alesi. Diciamo che qui si spiega ai clienti di Maranello come adoperare nel modo migliore le loro auto. Una guida sportiva in totale sicurezza. Non abbiamo mai preso i tempi sul giro o stimolato la competizione tra gli allievi». Il parco macchine è imponente, le lezioni sono tenute con scientificità e i maestri sono piloti di F3, F2 e Superturismo (nel cast figurano anche Larini e Tarquini). I test si fanno con quattro 348 TB e TS e altrettante 512 Testarossa. In più, come «muletti» per prove particolari, alcune berline Alfa Romeo 75 e un gruppo di brillanti coupé SZ. Due giorni di lezioni, un po' di teoria (con video cassette e diapositive), qualche nozione elementare di fisica e tanta pratica. Sottosterzo, sovrasterzo, sbandamento controllato, impostazione delle traiettorie, frenata, cambio di corsia, e così via. Sapevate che, in caso di sottosterzo (la vettura tende a non «chiudere» la curva), non bisogna insistere a sterzare, ma alleggerire l'acceleratore e raddrizzare un attimo il volante, per poi riprendere la manovra? E che in un caso del genere può anche essere utile premere la frizione? C'è entusiasmo e voglia di imparare tra questi allievi che magari a casa possiedono una F40. E qualcuno, specie tra i clienti americani, scopre aspetti nuovi e rassicuranti della guida in Ferrari. «Non credevo che la 348 fosse così rigida e ben assettata» commenta un manager di New York. Le vetture dei test sono collegate via radio a un gruppo di «pace car», con cui gli istruttori precedono gli «apprendisti» (a fine corso ciascuno avrà compiuto una trentina di giri del Mugello per oltre 170 km), dando il ritmo, disegnando le traiettorie, impostando la velocità. A bordo echeggiano i consigli. «Tienti più in là, ecco qui stringi, lascia scorrere la macchina verso il bordo, dai gas. Sii meno violento nelle manovre... Non c'è bisogno di questi strappi. Mano e piedi morbidi.» «E' chiaro - dice De Adamich che la guida in pista e quella su strada sono due cose diverse. Però, qui si impara a controllare appieno la vettura, a capirne le caratteristiche e a valutare i propri limiti. E' possibile anche correggere qualche errore tipico. Ad esempio, e questo è uno sbaglio classico, la gente guida con le braccia troppo tese, stando lontano dal volante. E' una posizione che fa perdere tempo nel caso di manovre rapide». Aggiunge: «A 100 l'ora si percorrono 27,7 metri al secondo, cioè 2,77 m in un decimo. La reazione media di un guidatore di fronte a una situazione di pericolo è di 5 decimi. Bene, pensate a cosa significa sprecare anche un solo decimo. Quei tre me¬ tri in più possono trasformarsi in un tamponamento, in un urto contro un guard-rail. La gente non si rende conto che in una frazione di secondo può stare la differenza tra la vita e la morte». Concetti che dovrebbero essere diffusi meglio tra tutti gli automobilisti. Altro che quiz-trappola per la patente. I «Piloti Ferrari» li hanno capiti bene. Meglio per loro. Del resto, chi possiede una vettura con marchio del Cavallino dovrebbe sempre distinguersi anche al volante. Eccellenza per eccellenza. Michele Fenu lewari ftp ' ' <>'■*■> vi-., POSIZIONE CORRETTA SUL SEDILE CINTURE DI SICUREZZA ALLACCIATE AMPIA LIBERTA' DI MOVIMENTO MINOR «PESO» DEL VOLANTE SCHIENALE QUASI VERTICALE BUON MOVIMENTO DEI PIEDI GAMBE PIEGATE SEDILE APPENA ADERENTE ALLA COSCIA Il corso di guida Ferrari costa 3,5 milioni e si svolge al Mugello; sopra, una 348 in pista, a lato il logo dell'iniziativa, a destra, De Adamich mostra come si impugna il volante

Luoghi citati: California, Firenze, Maranello, New York, Stati Uniti