Capolavoro di Lambruschini al Golden Gala di Giorgio Barberis

L'azzurro trionfa nei 3000 siepi: un trampolino di lancio in vista dei Mondiali di agosto a Stoccarda ATLETICA L'azzurro trionfa nei 3000 siepi: un trampolino di lancio in vista dei Mondiali di agosto a Stoccarda Capolavoro eli Lambruschini al Golden Gala Fredericks batte Johnson sui 200 ROMA DAL NOSTRO INVIATO La grande sfida tra Michael Johnson e Fredericks sui 200, che il namibiano risolve a suo vantaggio correndo in 20" 18, ed i salti di Sergei Bubka vanamente alla ricerca del suo 35° primato del mondo a 6,14, scaldano la platea dell'Olimpico (circa trentamila persone), ma nulla esalta il pubblico come Alessandro Lambruschini, autoritario come non mai nella sua corsa e splendido vincitore dei 3000 siepi. Lambruschini ha un'evidente nuova consapevolezza dei propri mezzi. I promettenti esordi di questa stagione hanno pienamente trovato conferma sulla pista dell'Olimpico, dove il ventottenne allievo di Chittolini ha interpretato la sua gara con grande autorità. In posizione di rincalzo, ma sempre a succhiar la ruota - come si dice in gergo ciclistico - dei temuti keniani, soprattutto di Kariuki e del belga Van Dijck (grande delusione dopo la buona gara di qualche giorno fa a Siviglia), ha preso con decisione l'iniziativa a due giri dalla conclusione. In 400 metri ha risalito il gruppo, presentandosi in testa alla campana eppoi producendo un paio di accelerazioni - a 350 e 200 metri dal traguardo - che hanno spezzato gli avversari. Era da tre anni, dall'Antibo due volte campione d'Europa (5000 e 10.000) a Spalato '90, che non vedevamo un azzurro interpretare una gara di mezzofondo con altrettanta autorità essendo imparagonabili le prove prolungate con quelle, tipo il doppio giro di pista, che pure lo scorso anno ci hanno rivelato le qualità di Benvenuti. L'inverno senza problemi fisici a rallentarne la preparazione e, soprattutto, l'evidente maturazione («A 28 anni non posso più rimandare l'appuntamento con una medaglia importante») sono la molla di un salto di qualità che può rappresentare il trampolino di lancio per Lambruschini in vista dei Mondiali di agosto a Stoccarda. Quarto un anno fa a Barcellona dietro i tre keniani, Lambruschini ha come logico obbiettivo il podio. E se l'inesauribile vivaio dell'altopiano sfornerà per l'appuntamento iridato chissà quali nuovi avversari, il toscano oggi può preparare l'appuntamento con la consapevolezza di poter recitare un ruolo importantissimo anche per il rilancio dell'atletica azzurra, bisognosa di nuova linfa per rmverdire i successi degli Anni Ottanta. Anche il riscontro cronometrico (8'17"54) con l'algerino Brahmi (8'20"86) nettamente stac¬ cato e i keniani (non solo Kariuki ma anche Sang e Birir) lontanissimi, testimonia la bontà della prestazione di Lambruschini, oggi per la prima volta numero uno del mezzofondo azzurro. Anche Panetta era molto atteso. E il calabrese sulla pista che sei anni fa lo vide iridato dei 3000 siepi, ha interpretato i cinquemila secondo le sue attuali possibilità. Troppo deciso il ritmo dei primi per la sua condizione del momento, e dunque Francesco si è rassegnato a correre praticamente da solo, galleggiando tra il gruppo dei migliori (che ha visto imporsi il keniano Bitok in 13'10"66) e gli altri. Per lui alla fine un tempo (13'23"81) che è nel rispetto di quanto si proponeva. Deludentissimo invece Bennici, ultimo in 14'09"94. Secondo pronostico la Trabaldo sugli 800 (2'00"03), comunque lontana dalla romena Kovacs (l'57"48), così come l'altra azzurra Brunet (8'55"61) sui 3000 vinti dalla russa Romanova in 8'50"55. Bellissima, in assoluto, la gara dei 110 hs con Colin Jackson ve¬ locissimo allo start, anche più del campione olimpico McKoy, che ha chiuso in 13"11, a cinque centesimi dal suo primato europeo, firmando la miglior prestazione mondiale stagionale. Per Laurent Ottoz, figlio d'arte, una conferma del suo valore con un incoraggiante quinto posto in 13"57: ha pasticciato in avvio, poi si è ripreso bene dimostrandosi maturo per battere l'ormai annosissimo record italiano (13"46) stabilito dal padre Eddy nel 1968. In pillole il resto, incominciando dal discobolo tedesco Riedel che ha migliorato di una trentina di centimetri, con 67,80, il suo top stagionale, che è anche la miglior misura mondiale dell'anno, poi grande progressione vincente di Merlene Ottey, sempre elegante, sui 100 (11 "13) mentre Evangelisti (7,88) ha dovuto accontentarsi del secondo posto nel lungo vinto dal cubano Pedroso (8,16). E ancora da ricordare l'I,98 che è valso alla Kostadinova il successo. Giorgio Barberis Lambruschini (foto) ha esaltato i trentamila spettatori dell'Olimpico

Luoghi citati: Barcellona, Europa, Quarto, Roma, Siviglia, Spalato, Stoccarda