NOMI E COGNOMI

Economia r NOMI E COGNOMI -1 Quanti risparmi nei conti pubblici con meno tangenti e più concorrenza ANGENTOPOLI era paradossalmente quanto di meno occulto si potesse immaginare, era lì squadernata sotto gli occhi di tutti, nei decreti, nelle leggi, nei sacri testi contabili dello Stato. A conferma di quanto sia oziosa la discussione su chi sapeva e chi non sapeva. Come poteva non sapere chi iscriveva a bilancio un costo per la costruzione di un chilometro di linea ferroviaria pari a tre volte rispetto a quello francese? O chi inventava e approvava un apposito decreto per coprire un ingiustificabile extracosto di 600 miliardi per il gas algerino? O chi avallava per una centrale elettrica una spesa uguale al doppio della media europea? E non è a dire neanche che a Parigi o a Bonn politici e imprenditori siano tutti puri come gigli. Guardate il caso del primo appalto della metropolitana milanese seguito allo scandalo. La base d'asta era stata fissata - poca roba - in 25 miliardi. La società Quadrio Curzio s'è aggiudicata il lavoro per 9,8 miliardi, con uno sconto del 59,8 per cento. E quasi tutte le imprese partecipanti, tra le maggiori del settore, avevano proposto sconti superiori al 40 per cento. Se sarà confermato un simile ribasso d'asta, i prossimi due appalti preventivati per 195 miliardi, costeranno cento miliardi in meno. Bentornata concorrenza. E' vero che le aziende di costruzioni sono alla canna I E I cost del gas, al punto di essere disposte persino a lavorare in perdita, ma quel quasi 60 per cento di divario tra la base e l'aggiudicazione dell'asta è la prova lampante delle dimensioni dell'inquinamento. Tangentopoli non è un fenomeno degenerativo a valle, ma si è sviluppata nello stesso impianto legislativo del bilancio statale. La spesa dell'intero settore pubblico si aggira sugli 850 mila miliardi. A circa 130 mila ammontano gli investimenti pubblici. Ma le voci più che sospette sono infinite, a cominciare da quelle per l'acquisto di beni e servizi, visto che l'uso della mazzetta e il relativo gonfiamento della spesa in bilancio pesa equamente su tutto: dal viadotto a campata unica fino alle matite copiative. Molti studiosi, da Mario Deaglio a Franco Cazzola, si sono esercitati egregiamente nel calcolo dei numeri della corruzione. Diecimila o quindicimila miliardi di tangenti all'anno. Ma che moltiplicatore bisogna applicare per ottenere il vero ammontare della tassa impropria, come l'ha chiamata il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio, che ha gravato su tutti noi? Ci sembra che nessuno sia riuscito finora a dare una dimensione complessiva dell'economia della corruzione, di quello che è stato definito il keynesismo delinquenziale, del reale gonfiamento del bilancio statale derivante dalla corruzione. Ma il caso dell'ultimo appalto della metropolitana milanese, con quello sconto di poco meno del 60 per cento, fa pensare a molte e molte decine di migliaia di miliardi. Il presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi ha chiesto ai suoi ministri di andare a spulciare in fretta nelle dotazioni dei rispettivi ministeri e già per la riunione di governo di domani attende delle risposte. Chissà se ne uscirà davvero un primo censimento non soltanto degli sprechi ma dell'intera economia della corruzione e se la legge finanziaria del 1994, venga a luglio oppure a settembre, riuscirà a sanzionare l'arretramento di Tangentopoli dai conti dello Stato. Il professor Mario Monti ha parlato martedì della necessità di una manovra da far tremare le vene: 90 mila miliardi. Anche se non in questa misura, molti altri sacrifici ci attendono, ma pensiamo che saranno molto più lievi per i cittadini onesti se il governo dell'ex governatore riuscirà a compiere l'opera storica di bonificare la palude infetta della spesa pubblica corrotta. Alberto Staterà >ra j

Persone citate: Alberto Staterà, Antonio Fazio, Carlo Azeglio Ciampi, Franco Cazzola, Mario Deaglio, Mario Monti, Quadrio Curzio

Luoghi citati: Bonn, Cognomi, Nomi, Parigi