Nell'inferno didattico della Dandini Lorenzo per ora deve ripetere di Alessandra Comazzi

r TIVÙ'8t TIVÙ' Nell'inferno didattico della Dandini Lorenzo, per ora, deve ripetere SERENA, Corrado e i giovani d'oggi. La professoressa Dandini dimagrita (non esageri, professoressa) e con il capello allungato e scompigliato, entra in una stanza dove la musica assorda, il disordine è assoluto, Lorenzo-Corrado Guzzanti salta su un tappeto elastico circondato da altri ceffi e gli avanzi di cibo marciscono dentro (e con) le scarpe da tennis. Sono cominciate le lezioni per la maturità organizzate dal «Diesseché», il nuovo «dipartimento» di Raitre che fa il verso a quello, vero e famigerato, la cui sigla prosegue con le parole «scuola» e «educazione». E' insomma cominciata la striscia quotidiana di Raitre (ore 18,45, prima puntata 571.000 telespettatori pari a uno share dell'8 per cento) dal titolo «Ma de che, ahò», sottotitolo «come secernere gli esami». Il tutto, come le cronache hanno anticipato, è una parodia: della scuola e della maturità, degli studenti e degli insegnanti, dei giovani e dei vecchi, degli studi e degli svaghi. Non sarà un po' troppo, questa presa in giro a 360 gradi? Non sarà un modo un po' qualunque quello di met¬ tere insieme alla berlina ogni cosa e il suo opposto? In fondo, quando lo fa il gruppo di «Saluti e baci», che nello stesso «manicomio Italia» ricovera Craxi e Di Pietro, ci dispiacciamo molto. L'idea del piccolo programma estivo nasce dal successo che il personaggio di Lorenzo, inventato e interpretato da Corrado Guzzanti, ha avuto nell'ultima edizione di «Avanzi». Lorenzo, ricordate?, è il figlio di un'amica della Dandini partita (fuggita?) per luoghi lontani, che ha lasciato il suo pargolo adolescente nelle mani di Serena, la quale sostiene che davvero non le sarebbe dispiaciuto fare l'insegnante. Questo ragazzo ha un lessico particolare, molto abbreviato (che c'è da storcere il naso, anche Tacito usava la brevitas...); la sua ignoranza è perfetta, è l'idea stessa dell'ignoranza, distillata nella caverna di Platone, così come la sporcizia (capello unto, jeans logoro, lacero, di tinta indefinibile) e l'ottusità. E' un «giovane d'oggi» che fa molta paura per il futuro. Ma anche la professoressa Dandini non è ben messa: piena di buone intenzioni con cui lastrica le strade del suo inferno didattico, Serena è totalmente incapace non soltanto di imporsi, sull'improbabile Lorenzo e sui suoi coboldi, ma anche di avere un dialogo. Un dialogo, figuriamoci, neppure una conversazione. I due mondi lontanissimi e inconciliabili non si capiscono, non hanno la minima parvenza di un linguaggio comune. E sono tutti dalla parte del torto. Forse proprio questo vuoi dimostrare il paradosso satirico: guardate come sono i giovani. Ma i giovani siamo noi ad averli ridotti così. La famosa generazione del '68 avrebbe tirato su dei figli rovinati dal permissivismo: che fare? Torniamo indietro, troviamo strade nuove? Ma con chi, se non si intendono nemmeno i gesti? Ci sarà tutto questo dietro a «Ma de che, ahò»? Ci sarà la voglia di fare almeno sorridere. Scopo raggiunto? Alla prima puntata, così così: ma i programmi piacciono soprattutto quando vengono ripetuti: e allora fra qualche tempo si sorriderà di più. Alessandra Comazzi

Persone citate: Corrado Guzzanti, Craxi, Dandini, Dandini Lorenzo, Di Pietro, Platone

Luoghi citati: Italia