Prime non ha più nome, Sinead non canta più di St. Mi.
Prime non ha più nome, Sinead non canta più Da New York e da Dublino due annunci stravaganti e sicuramente destinati a far discutere i fans Prime non ha più nome, Sinead non canta più La O'Connor dice addio al suo pubblico: «Smettetela di farmi del male» NEW YORK. Due notizie, apparentemente incongrue tra di loro, arrivano insieme, a pochi minuti di distanza, dagli ambienti del rock, più sonnolenti che trasgressivi da qualche tempo. Prima notizia. New York, Prince cambia nome. Anzi: in occasione del suo trentacinquesimo compleanno il piccolo principe di Minneapolis annuncia che d'ora in poi non avrà più un nome, e neppure un sesso, avendo scelto di venir contrassegnato con un «logo» riproducente il simbolo maschile e quello femminile tra di loro intrecciati. Neppure il nuovo simbolo avrà un nome: puro significante, campeggerà sulla copertina del prossimo disco, che a sua volta non avrà un titolo. Una provocazione che non mancherà di mettere in difficoltà i suoi fans nel momento in cui, fedeli al nuovo dogma, entreranno in un negozio di dischi e dovranno pur indicare l'oggetto desiderato. Seconda notizia. Dublino, Sinead O'Connor, la cantante irlandese celebre soprattutto per aver strappato la foto del Papa in diretta televisiva annuncia il suo ritiro dalle scene musicali, da intendersi come definitivo almeno fino a quando «non avrà ritrovato se stessa». Non è la prima volta che Sinead si ritira, ma questa volta ha scelto di farlo seppellendo il suo pub- blico sotto una montagna di parole, con una lettera-poesia pubblicata da «The Cork Examiner» (qui a fianco il testo). Una sorta di incubo in versi (per la verità simile a quello già messo in musica dai Pink Floyd, e poi in immagini cinematografiche da Alan Parker con «The Wall»), in cui le figure vampiresche dei genitori cattivi di Sinead (la mamma alcolizzata, il papà manesco e fuggitivo, come da biografia non autorizzata) si confondono con quelle del giovane pubblico pagante, cui Sinead si rivolge: «Smettete di farmi del male / avevo solo vent'anni quando sono comparsa in pubblico». A colpire è la schizofrenia delle due notizie, fughe, soluzioni estreme ed opposte, che però pongono un comune interrogativo: quale sia, oggi, la capacità comunicativa del rock, sospeso tra segni e verbosità. [st. mi.]
Persone citate: Alan Parker, Cork, Sinead O'connor
Luoghi citati: Dublino, Minneapolis, New York
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