E' sparito Touvier carnefice di Vichy di Enrico Benedetto

L'ex capo della milizia di Lione sarebbe fuggito in Canada, l'avvocato smentisce L'ex capo della milizia di Lione sarebbe fuggito in Canada, l'avvocato smentisce ¥ sparito Touvier, carnefice di Vichy Nuovo scacco alla giustizia dopo la morte di Bousquet PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Paul Touvier è fuggito in Canada» accusa da Gerusalemme il Centro Wiesenthal, e alla rivelazione bomba - appena 24 ore dopo l'omicidio Bousquet la Francia non sa più se opporre incredulità o sdegno. Forse entrambi. L'annuncio che l'ex responsabile della Milizia lionese, atteso da un processo per crimini contro l'umanità, abbia potuto tagliare la corda trova un Paese già scosso dalle polemiche per la tragica fine di René Bousquet, con reporter e troupes televisive a intervistare l'istrionico killer senza neppure avvertire la polizia. Ma le sorprese non finiscono qui. I lettori di «Le Monde» hanno appreso che «fino ai primi Anni 80» Francois Mitterrand e l'ex superflic vichista cui i giudici attribuiscono quasi 30 mila deportazioni «si frequentavano». Il giornale cita inoltre una «confidenza» del Presidente era l'81 • ai collaboratori. «Non preoccupatevi, Bousquet è un amico». E aggiunse, sibillino: «Ha reso dei servizi». Ancora una volta, insomma, il tragico feuilleton Vichy mescola inquietudini e gravi ombre sino ai massimi livelli. La Francia aveva 3 «criminali di guerra» da giudicare. Bousquet - il personaggio chiave - è stato ucciso. Touvier, se crediamo al Centro Wiesenthal, sarebbe in fuga all'estero. Rimane solo Maurice Papon, figura minore il cui legale ha chiesto ieri «pro¬ tezione» e «misure di sicurezza» per garantirne l'incolumità. Un bilancio disastroso. Tanto più che le autorità francesi sembra non pedinassero Touvier, a piede libero ma in attesa di condanna per crimini imprescrittibili, dunque i più gravi secondo la giurisprudenza mondiale. Peggio, gli lasciarono il passaporto. Se dunque oggi Touvier è davvero oltreoceano, non ha commesso alcun reato. La sua difesa smentisce: vivrebbe tuttora «nella regione parigina». Ma gli stessi responsabili transalpini ammettono di averne smarrito le tracce: «Ignoriamo dove si trovi». E scrive «Globe» che risulta irreperibile «da tre settimane (quando ne fu decisa la proces¬ sabilità)». Davvero nessuno immaginava un uomo di 78 anni battersela per evitare l'ergastolo, negoziando magari il rientro? Eppure la legge contemplerebbe «misure limitative della libertà individuale» in casi analoghi. E' solo l'ennesimo enigma cui nessuno, per ora, sa rispondere. Ma se il «processo a Vichy» attraverso Bousquet chiude il sipario mezzo secolo dopo l'Olocausto e solo qualche settimana prima di trascinare in aula l'ex funzionario, infuria già quello contro i media. In particolare «TF1», la tivù del cementiere Francis Bouygues che raccoglie la maggiore audience nel Paese. Mercoledì al tg ha trasmesso la conferenza stampa dell'assassino, Christian Didier, quando ancora mancava ogni riscontro che fosse davvero lui il killer. Le prove arriveranno qualche ora dopo. Nell'edizione serale, il reportage «parla l'omicida» viene messo in copertina: per 15', l'uomo spiega come ha ucciso, Bousquet che gli urla «Bastardo!», il sangue, la Colt 38, ansie e felicità da giustiziere psicopatico. In breve, un disgustoso reality-show, che un dubbio rende ancora più infame: era quella la «ricompensa» cui Didier aspirava. Anzi, il movente. Medici e analisti che l'avevano in cura da anni testimoniano unanimi l'ipernarcisismo, l'ansia per la ribalta. I blitz selvaggi in programmi tv, lo scavalcare ripetutamente i cancelli dell'Eliseo, il voler «giustiziare» Klaus Barbie (lo fermarono in extremis), Paul Touvier - «Non trovai l'indirizzo» - e infine, con successo, Bousquet, avevano quale unica motivazione catturare i media. - «Perché "France 2" non arriva?» si chiede perplesso sotto i riflettori. E quando giunge trafelata «Liberation», la fa accomodare felice. Un flic interromperà, revolver in mano, l'indegno spettacolo. La star ritorna assassino, ma giornali e tv ne sono ormai i complici. «TF1» abbozzava, ieri pomeriggio, un'autocritica, sollecitando nuove deontologie. Forse basterebbe il pudore di cestinare uno scoop quando premia la vanità omicida. Enrico Benedetto Paul Touvier numero due del regime di Vichy e in attesa di processo per crimini contro l'umanità sarebbe fuggito in Canada Ma il suo avvocato smentisce

Luoghi citati: Canada, Francia, Gerusalemme, Lione, Parigi