Sparano i Caschi blu

Sparano i Caschi blu Sparano i Caschi blu Per difendere due zone protette Travnik, un altro giorno d'orrore ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO I Caschi blu ucraini stazionati a Zepa, una delle enclaves musulmane della Bosnia orientale che l'Onu ha proclamato «zona protetta», hanno aperto il fuoco per impedire l'entrata in città di un gruppo di «soldati irregolari». Hanno sparato anche i Caschi blu del battaglione spagnolo dislocato a Mostar, ma Radio Sarajevo, che ha diffuso la notizia, non ha specificato in quali circostanze e contro chi. I due episodi confermano la nuova posizione delle forze di pace dell'Onu che, dopo mesi di forzata passività, in base al nuovo mandato possono ricorrere alle armi. Ma i soldati del battaglione britannico dispiegati a Vitez, in Bosnia centrale, hanno preferito non reagire all'attacco dei musulmani contro la colonna di 5 mila profughi croati, per lo più donne e bambini, che stavano aiutando a fuggùe dall'inferno di Travnik. In questa regione nelle ultime 24 ore le truppe dell'esercito bosniaco e le formazioni di mujaheddin hanno ucciso più di 400 persone e ne hanno ferite 500. Più di 20 mila civili croati sono stati costretti ad abbandonare le loro case. Centinaia di persone sono date per disperse, ma si teme che siano state massacrate nelle incursioni dei musulmani contro i villaggi croati della Valle di Lasve. Secondo i superstiti i musulmani hanno incendiato le case, fucilando sul posto tutti quelli che hanno trovato. Circa 3 mila persone che si sono consegnate alle forze serbe per scampare alla morte sono arrivate ieri in Croazia. Ma secondo il Comitato internazionale della Croce Rossa di Zagabria i serbi hanno rinchiuso nel campo di concentramento di Manjaca 700 uomini, probabilmente tutti soldati del Consiglio della difesa croato che hanno dovuto lasciare Travnik. Ingrid Badurìna

Persone citate: Ingrid Badurìna, Vitez

Luoghi citati: Croazia, Sarajevo, Zagabria