Come officianti, la Dea del sole e gli spiriti di tutti gli antenati

Come officianti, la Dea del sole e gli spirili di tutti gli antenati Come officianti, la Dea del sole e gli spirili di tutti gli antenati NEL TEMPIO DEI MISTERI ESSUNO li ha visti, mentre si univano in matrimonio. Né i milioni di telespettatori, né gli 812 invitati. Gli sponsali d'un futuro Mikado, «sacra entrata», sono insieme affare di Stato, di famiglia e di religione. L'Imperatore è solo il simbolo dell'unità del popolo, secondo la Costituzione dettata dagli americani, quindi neanche sovrano o capo di Stato; e perciò, con ipocrisia, si dice che il matrimonio sia affare privato, tanto che nessun ospite straniero è stato invitato; ma è anche affare di Stato, perché Naruhito è erede della corona del Crisantemo, e le spese - in totale cinque miliardi sono pagate dal contribuente. E affare di religione, perché lo sposo sarà un giorno capo supremo dello shintoismo, fede nazionale, a un tempo divinità e sommo sacerdote. Papa e Dio. Secondo gli antichi dettami, il rito in sé e per sé è stato una cosa tra dei, fuori dalla vista dei comuni mortali, celebrato dal nubendo stesso con l'assistenza del primo sacerdote di corte. La moglie, mera comparsa. L'unica cosa che ha fatto, inchinarsi quattro volte agli dei, e sorseggiare col futuro Termo del sacro vino di riso da una modesta ciotola porta dal primo sacerdote. Solo dopo questi sorsi Naruhito e Masako sono divenuti sposi. E come tali, secondo il rituale, lo hanno poi notificato agli dei: cominciando da quello vivente, il Termo. La notifica dell'avvenuto matrimonio è parte integrante del rito. Che si completerà nei prossimi giorni con il viaggio al tempio di Ise, culla della dinastia, e ad altri luoghi sacri, sempre per notificare agli dei, con complesse cerimonie, le avvenute nozze. Come luna di miele, poco di esaltante. Ma nessuna concessione ai tempi è stata fatta nell'antico rituale. Esso si è svolto nel tempio di legno di cipresso «Kashikodokoro», santuario imperiale, all'interno del palazzo imperiale. E' il tempio più sacrale, affiancato da altri due: quello degli Dei e quello degli Spiriti imperiali. Nel primo è conservato lo spirito della Dea del sole, Amaterasu, cui la dinastia fa risalire le sue origini (a circa 2500 anni fa); nel secondo, le innumeri deità del cielo e della terra riconosciute dallo shintoismo; nel terzo, gli spiriti di imperatori e famigliari, in tutto oltre 2200, dal primo sovrano all'ultimo, Hirohito. Alle 6,30 emissari e dame di corte erano andati a prendere a casa la nubenda per condurla a Palazzo. Qui, denudatasi, è stata sottoposta a lavacri sacrificali da parte del gran sacerdote. Poi le sono stati acconciati i capelli secondo lo stile del decimo secolo, quindi è stata vestita dell'abito nuziale, il «junihitoe». Nel frattempo altri sacerdoti nei tre templi, con antiche nenie, facevano offerte agli dei. Alle 9,06 il principe, vestendo abito occidentale da cerimonia, lasciava la sua residenza di Akasaka, raggiungendo il Palazzo, dove anche lui è stato vestito del¬ l'abito nuziale, pure del decimo secolo: il «sokutai», di color arancione, a ricordare il Sol Levante. Alle dieci in punto, preceduto dal primo sacerdote, e seguito dalla sposa, il principe, corona in testa e scettro in mano, è apparso dirigendosi verso il Kashikodokoro. Un'avanzata lentissima, per lui e per lei, sotto il peso degli abiti e per le pesanti scarpe, particolari tipi di zoccoloni. Nel silenzio totale, sono entrati nel tempio, diviso a sua volta in due parti, separate da tenda di seta e cortina di bambù. La parte più interna è la più sacrale, in cui solo l'imperatore e l'erede e le loro mogli possono metter piede. E' entrato lui per primo, prendendo posto sul trono, seguito da lei, sedutasi alla sua sinistra su un altro tronetto. Poi il gran sacerdote ha porto un ramoscello di albero sacro allo sposo, che l'ha offerto all'altare inchinandosi quattro volte. Anche lei si è inchinata, ma restando seduta. Quindi Naruhi- to ha letto il «giuramento di matrimonio», in lingua arcaica, scritto su antica carta: «Oggi celebro le mie nozze in questo sacro luogo. Giuro che non cambierò i miei sentimenti per questa onorevole signora e prego per l'eterna protezione divina». Il gran sacerdote ha quindi offerto la coppa di sacro vino di riso alla imperiale coppia. Solo dopo averne bevuto essi sono divenuti marito e moglie. In quello stesso istante, alle 10,12, nel municipio di Murakami, dove è nata, il nome di Masako Owada veniva cancellato dall'anagrafe per essere iscritto nello speciale registro della famiglia imperiale. Con ciò perde diritto di voto e passaporto. Tutta qui la cerimonia. Nessuno degli invitati né i telespettatori l'hanno vista, né hanno udito il giuramento. E se lo avessero udito, non lo avrebbero capito, perché pronunciato in una lingua di secoli fa. Fernando Mozzetti Il nome della sposa è stato cancellato dall'anagrafe uale scambio delle tazze di ké, ma ancora una volta la essa compagnia ha proposto a simulazione al computer, nché gli inchini delle figure cancellato dallo stato civile della famiglia nella città di Murakami. E' stato a quel momento che i. commentatori televisivi hanno smesso di parlare di «Masako- è diventato molto ricco, ma che cosa è possibile fare, ora, per il suo benessere?». Hayakawa ha comunque sostenuto che anti, la Dea del sole di tutti gli antenati QUI HANNO BEVUTO IL SAKE' CONSACRATO iiiLJlc^^ MASAK0 0WADA Zjjjr^-^ PRINCIPE INC0R0NAT0

Persone citate: Fernando Mozzetti, Hayakawa, Masako Owada, Murakami