Indagine Finmeccanica di R. R.

Indagine Finmeccanica Indagine Finmeccanica Si ipotizza il falso in bilancio Controlli su acquisto Dee Howard ROMA. Procede l'inchiesta sull'operato di Finmeccanica, l'azienda di Stato fiore all'occhiello dell'Iri. Il giudice Giorgio Castellucci, dopo aver inviato tre avvisi di garanzia ad altrettanti supermanager del gruppo - Fabiano Fabiani, amministratore delegato della società e Fausto Cereti e Enrico Gimelli responsabili dell'Alenia, tutti e tre indagati per falso in bilancio e abuso d'ufficio - ha intenzione di ascoltare come testimoni i dirigenti della società statunitense «Dee Howard» che recentemente è stata acquistata dalle Partecipazioni statali. Vuole capire, il giudice, se il prezzo di acquisto è stato congruo. O se invece, dietro la compravendita, non ci siano stati altri giochi per coprire eventuali buchi di bilancio. Anche gli uomini della Guardia di finanza, intanto, vanno avanti spulciando la documentazione che è stata sequestrata due giorni fa. L'ipotesi di reato è il falso in bilancio e abuso di ufficio. Non si parla di tangenti. Gli investigatori vogliono capire bene se non ci sia niente di occultato dietro la fusione societaria tra Aeritalia e Selenia che nel 1990 diede vita ad Alenia. Il magistrato intende anche scoprire i motivi che indussero i vertici della Alenia a comprare la «Dee Howard». Secondo il magistrato, che ha già cominciato l'esame del carteggio sequestrato dalla Guardia di finanza, sarebbe quantomeno strano che l'azienda italiana abbia preferito una società straniera quando in Italia ne esistono altre con le stesse caratteristiche. Il giudice romano Castellucci procede usando come falsariga della sua indagine un documentato esposto sembra presentato da un re- dattore della rivista Spazio Aereo - che passa al setaccio l'intera gestione di Alenia. Un documento che quasi sicuramente nasce dall'interno delle Partecipazioni statali, probabilmente redatto da qualche nemico giurato di Fabiano Fabiani. Finora il dossier aveva avuto scarsa circolazione, trovando spazio soltanto tra riviste specializzate e interpellanze parlamentari. «Vogliamo vederci chiaro, una volta per tutte», sostengono in procura. Uno che ci ha creduto fin dal principio è l'onorevole Antonio Parlato, esponente napoletano del movimento sociale. L'onorevole Parlato, a proposito della questione, ha presentato la bellezza di cento interpellanze nell'ultimo anno. «Un record, a fini statistici. Ma anche una bella arrabbiatura. Non ho mai ricevuto una risposta dal governo», sostiene. Comunque ieri ha espresso tutta la sua sodddisfazione per l'apertura dell'inchiesta. Tra le tantissime interpellanze, spiccano proprio quelle dedicate all'azienda «Dee Howard». La società statunitense, con sede in Texas e specializzata nella riconversione di aerei civili in velivoli da trasporto, è costata all'Alenia centosessantacinque milioni di dollari. Al cambio, più o meno, duecento miliardi di lire. Quasi un anno fa, il 21 luglio 1992, Parlato aveva già chiesto informazioni. Scriveva il deputato missino: «L'acquisto e la gestione si sono rivelati un incredibile sperpero di 165 milioni di dollari (circa duecento miliardi!) nel susseguirsi delle varie fasi dell'operazione, e ai vari sprechi che la caratterizzano vanno aggiunti cinque milioni di perdite (poco meno di sette miliardi) per i prossimi trent'anni». [r. r.]

Persone citate: Antonio Parlato, Castellucci, Enrico Gimelli, Fabiano Fabiani, Fausto Cereti, Giorgio Castellucci

Luoghi citati: Alenia, Italia, Roma, Texas