Cinque giorni di sciopero nei giornali

Il sindacato Il sindacato Cinque giorni di sciopero nei giornali ROMA. Cinque giorni senza giornali, in date da fissare nelle prossime settimane, a sostegno di una generale «vertenza informazione» che i giornalisti aprono nei confronti del governo e della Federazione degli editori. E' quanto è stato deciso ieri dall'assemblea degli stati generali e dei comitati di redazione, riunita all'hotel Ergife, che ha accolto in pieno la proposta lanciata dal segretario della Federazione Nazionale della Stampa Giorgio Santerini. La vertenza ha come obiettivo la difesa dell'autonomia professionale, dei diritti contrattuali, degli istituti di previdenza e dei livelli occupazionali che «sono sottoposti oggi a un'aggressione senza precedenti» si legge nell'ordine del giorno approvato dall'affollata assemblea. Ma ha anche lo scopo di definire un nuovo «piano regolatore» del sistema delle telecomunicazioni. Sotto accusa la scelta del governo di penalizzare l'Inpgi, l'ente previdenziale dei giornalisti che dovrebbe congelare per cinque anni presso la Tesoreria dello Stato il 15% delle sue risorse. Un prestito forzoso al quale il governo, in caccia di liquidità, condannerebbe anche altri enti. Con varie conseguenze pratiche sull'adeguamento delle pensioni al tasso di inflazione, l'adeguamento della cassa integrazione e dei sussidi di disoccupazione, che l'Inpgi - un istituto autofinanziato in attivo - paga oggi alleggerendo lo Stato, più vari interventi sociali che verrebbero così interrotti. «Le scelte del governo assumono un sapore ancora più inquietante nel pieno di una crisi occupazionale che sta colpendo con particolare durezza le redazioni della carta stampata e del sistema radiotelevisivo locale», si legge nel documento dell'assemblea dei giornalisti. Una crisi «inasprita dall'assenza di trasparenti regole di mercato». [m. g.b.]

Persone citate: Giorgio Santerini

Luoghi citati: Roma