Smog coprifuoco per bimbi e nonni di Paolo Guzzanti

E' emergenza a Roma, il prefetto consiglia: non uscite di casa dalle 13 alle 16 E' emergenza a Roma, il prefetto consiglia: non uscite di casa dalle 13 alle 16 Smog, coprifuoco per bimbi e nonni CONOSCO un signore che ha subito una mutazione nel giro di un anno: sua figlia ha avuto un bambino e lui è diventato nonno ed è come impazzito. Aveva baffi astiosi da colonnello coloniale in pensione e sono diventati baffi da buon tricheco. Prima lavava cocciutamente una vecchia auto e non salutava nessuno. Ora saluta tutti e spinge ogni giorno fino alla villa il passeggino con il nipote. Da ieri, per quel nonno e quel bambino, tutto è cambiato. In peggio, in modo spettrale, terribile. Il sub-prefetto di Roma ha infatti emesso una sorta di avviso: più d'un consiglio, meno di un ordine. E consiste in questo: tutti i bimbi e le bimbe, i nonni e le nonne, le persone d'età e quelle giovanissime che hanno la ventura di vivere a Roma, da oggi in poi faranno bene a restarsene ben chiuse in casa almeno fra le 13 e le 16, vale a dire nell'ora della gran calura, pena malattie infernali, infermità definitive e perfino la morte. L'avviso parla chiaro e spiega bene di che si tratta: a causa del forte inquinamento atmosferico, accade che quando il sole picchia al suo massimo, la forte luce, l'alta temperatura e le radiazioni solari fanno sì che si svolgano nell'aria e sul terreno nuove e impreviste reazioni chimiche, che molti composti ribollano e fermentino provocando nuovi miasmi, pestilenze invisibili e velenose che s'insinuano sotto la pelle e nei polmoni. Dunque siamo a questo: la più grande e devastata città d'Italia, per sua sventura anche condannata ad esserne la contumeliata capitale, non vivendo affatto di sola burocrazia e timbri, tazze di cappuccino fuori orario e ingorghi stradali, ha accumulato fumi e vapori tossici delle sue ciminiere periferiche, ma ancor più ne ha immagazzinati a causa e per colpa di una circolazione stradale mostruosa, in cui ogni cittadino, se vuole avere la speranza di arrivare dove vuole andare, è costretto a indossare una tonnellata di lamiera con quattro ruote e portare con sé un bidone di derivati del petrolio, con o senza piombo, spargendo comunque tossine e assumendone ad ogni respiro. Ora l'aria di Roma è diventata più che velenosa: è un composto che minaccia l'alfa e l'omega della vita, l'infanzia e la vecchiaia, sicché vedremo d'ora in poi le strade spopolate dalla vita stessa, restando immersi nel traffico e nel veleno soltanto coloro che devono a tutti i costi trascinare se stessi nel vortice delle sirene urlanti, dei semafori inutili, delle triple e quadruple file di parcheggio: una città senza uomini e senza più bambini. Paolo Guzzanti

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