Juventus viaggio nel futuro di Marco Ansaldo

Moggi un anno a Firenze e dal '94 pilota del rinnovamento bianconero Moggi un anno a Firenze e dal '94 pilota del rinnovamento bianconero Juventus, viaggio nel futuro Efin da subito potrebbe arrivare Panucci FIRENZE DAL NOSTRO INVIATO «Va bene, parliamo con Moggi». La scrittura del futuro juventino parte da una riunione molto ristretta avvenuta un paio di mesi fa all'ottavo piano di corso Marconi, dove si decidono le strategia del Gruppo: con l'Avvocato e il dottor Umberto, destinato a succedergli alla presidenza della Fiat nel 1994, attorno al tavolo di mogano si ritrovano anche gli sponsor del rinnovamento bianconero, tutti uomini vicini al più giovane dei due fratelli. La decisione non è di quelle che si prendono a cuor leggero. Si sa che l'impegno con Boniperti scadrà tra un anno, in coincidenza con il rinnovamento più generale del Gruppo: ma il Presidentissimo non è un uomo che si lasci imporre una successione senza cercare di pilotarla. E si sa che i suoi rapporti con Moggi non sono più quelli di una volta. «Se entra lui, troverà le mie valigie già pronte», ha detto il giorno in cui s'è diffusa per la prima volta la voce dell'arrivo in piazza Crimea dell'ex direttore generale del Torino. A imporgli una scelta del genere c'è da rischiare lo scandalo, come nel febbraio del '90, quando Boniperti se ne andò con il campionato in corso dopo aver saputo che lo si voleva sostituire con Montezemolo. Tutto questo si conosce benissimo ai piani alti di corso Marconi. Tuttavia in quella riunione si decide che non c'è tempo da perdere. Per il '94 la società deve essere strutturata con un presidente (ancora Chiusane in attesa magari di un giovane Agnelli) e con un direttore generale che si occupi anche del mercato. Moggi sarà dunque l'organizzatore, secondo questo progetto che incontra forti resistenze, ma che avrebbe avuto il placet degli Agnelli. Un anno di attesa, dal momento che la vittoria in Coppa Uefa ha salvato-la stagione e non si rende necessario un ribaltone immediato. Poi toccherà a lui e alla squadra dei suoi collaboratori che non sarà numerosa come in passato. Secondo alcune voci al settore giovanile andrebbe Federico Bonetto, torinese, già segretario e poi direttore sportivo del Torino: un nome che si era fatto negli anni scorsi, ma che era poi tramontato con il ritorno di Boniperti alla guida della società. Orlandini, un fedelissimo, si occuperebbe degli osservatori. Ma sono dettagli che saranno valutati con calma, come gli acquisti (si parla di Boksic, bloccato per un anno) e la scelta dell'allenatore. Trap rimane sempre una carta affidabilissima, potrebbe essere lui ad affiancare per la parte tecnica il nuovo corso, nonostante i rapporti con Boniperti. Moggi come al solito nega tutto. Però cerca una collocazione transitoria. Proprio ieri sera qui a Firenze erano molto accreditate le voci di un accordo con i Cecchi Gori: guiderebbe per un anno la Fiorentina, per portarla alla promozione, quindi l'affiderebbe a Pino Vitale, attuale manager della Lucchese e suo collaboratore. In attesa del '94, comunque, la Juve deve pensare al '93. Proprio ieri a Coverciano abbiamo registrato un improvviso dietrofront di Panucci. Dal «piuttosto che andare alla Juve resto a Genova», siamo passati al «di sicuro non resto a Genova, andrò in una delle due gran- di società che mi vogliono». L'ostracismo al bianconero è più soft, sebbene l'operazione rimanga difficilissima. Il ragazzo è attratto dal Milan. «E' la squadra più forte. Nella mia scelta incideranno i soldi, ma anche le garanzie di giocare, perché a vent'anni bisogna giocare». E questo è l'unico punto a favore della Juve: nel Milan, Panucci troverebbe più concorrenza. Casiraghi intanto ha annunciato di «avere più del 51% di possibilità di restare a Torino. Sarò anche io a decidere. Roma? Bellissima città, ha due squadre che mi piacciono, ma chi ha detto che ci andrò?». In questo clima le certezze sono legate per adesso soltanto a Fortunato e a Porrini. Il genoano, convocato da Sacchi, è entusiasta del trasferimento: «La Juve è il massimo che sognavo da bambino». Porrini, invece, si è presentato ieri a Torino dove ha sostenuto le visite mediche e ha mandato un messaggio al et Sacchi: «Per ora credo che la Nazionale sia un capitolo chiuso. Sacchi mi ha utilizzato come terzino destro e in quel ruolo, giocando a zona, ho dato il massimo possibile. Se al et non è bastato non posso farci nulla. E' stata un'esperienza utile, adesso penso soltanto alla Juve». Pagato dieci miliardi, vestirà la maglia bianconera per tre anni. Le sue sono state le solite frasi di rito in queste circostanze. Nega di aver voluto fortemente il Milan: «Mi sentivo pronto per una grande squadra e basta. Anche nella Juve lotterò per un posto, ma la concorrenza non mi spaventa. Vorrei fare il difensore centrale, ma so già che finirò sulla fascia». Esatto. Il Trap conferma. Marco Ansaldo Ieri Porrini ha fatto le visite mediche: «Pronto a combattere per diventar titolare» Fortunato (a fianco): Panucci (sotto): non è detto che vada al Milan Sergio Porrini (a sinistra) prima posa con la maglia bianconera [REPORTE RS]

Luoghi citati: Coverciano, Firenze, Genova, Roma, Torino