Dai dinosauri alle femministe

Crichton annuncia un best seller sulle molestie Dai dinosauri alle femministe Crichton annuncia un best seller sulle molestie LOS ANGELES ICHAEL Crichton nel 1970, pubblica il suo primo libro, Andromeda, e subito si ritrova cooptato da Hollywood. Da allora, continua a sfornare best-sellers attorno ai quali gli studios si lanciano regolarmente in aste multirnilionarie. Anche quest'estate, due dei film più attesi sono frutto della sua immaginazione: Jurassic Park, (storia di uno straordinario parco di divertimento la cui attrazione sono dinosauri riportati in vita grazie alle tecniche di manipolazione del DNA) e Sol Levante, (ritratto di un'America non troppo lontana nel tempo completamente dominata dai giapponesi). Anche Congo, da molti considerato il suo romanzo più bello, troverà presto la via del cinema. « Jurassic Park» è una metafora sui perìcoli della bioingegnerìa. «La bioingegneria è una tecnologia che ha aspetti molto positivi. I suoi prodotti includono le medicine che ci cureranno e il cibo che mangeremo. Ma è anche una tecnologia molto complessa, che presenta rischi ancora più grandi della fissione nucleare. Stiamo modificando creature viventi e questo sta accadendo in migliaia di laboratori sparsi in giro per il mondo non soggetti ad alcuna forma di controllo. Con Jurassic Park non ho voluto comunque criticare solo l'industria delle biotecnologie. Fosse così, non ci sarebbe stato bisogno di una storia sui dinosauri. La vera questione è se siamo in grado di controllare ciò che creiamo». Una posizione che le ha creato molti nemici nella comunità scientifica... «Alcuni scienziati probabilmente saranno arrabbiati. Posso anche dire che ho parlato recentemente con il fondatore della Genentech, il quale ha voluto sapere solo due cose: se i dinosauri sembrano veri e se può portare i suoi bambini a vedere il film. Poi c'è un famoso biotecnologo che, una volta finito il mio libro, ha detto: "Si può fare". Esattamente il contrario di quello che volevo comunicare. Nessuno inoltre sembra avere colto il fatto che in un Paese che soffre una tremenda crisi del suo sistema educativo e in un'industria che produce tipi la cui unica preoccupazione sembra quella di glorificare la stupidità questo è un film in cui tutti i protagonisti hanno un elevatissimo livello di istruzione e sembrano condurre vite alquanto interessanti». Che cosa fa scattare in Michael Crichton la decisione di affrontare un tema piuttosto che un altro? «Spesso è come se una forza invisibile e completamente al di fuori del mio controllo mi prendesse per la gola e mi ordinasse: adesso fai questo. Vedo cose nell'ambiente e nel mondo che mi preoccupano, che mi fanno pensare, che mi confondono. E sento questo bisogno irrefrenabile di esplorare e arrivare a una conclusione». E nel caso di «Jurassic Park» che cosa l'ha assalito alla gola? «Nel 1983 ho cominciato a fantasticare con l'idea di dinosauri ricostruiti con le tecniche dell'ingegneria genetica. In quei giorni la premessa che da del materiale fossile si potesse estrarre del DNA e riprodurre dei dinosauri era una totale fantasia. La misi dunque da parte. Ma poi, come un'ipotesi teoretica, l'idea ha cominciato a circolare in alcuni giornali scientifici. Presi dunque la mia idea in modo più serio e mi misi a scrivere». Quando scrìve, ha già in mente il cinema? «No, perché il dialogo dei miei libri è in realtà pessimo dialogo da film, tanto è vero che se ne salva sempre ben poco. Scrivo così perché penso che il modo più veloce per raccontare una storia è attraverso il dialogo, delineando i personaggi attraverso la trama». E quando, come accaduto con «Jurassic Park», oltre che il libro scrive anche la sceneggiatura, segue dei principi particolari? «La mia unica preoccupazione è finire al più presto. In questo caso ho dovuto seguire le direttive di Spielberg, che ha voluto che tenessi dentro tutto. Ha voluto l'azione, il messaggio, l'awentu- ra, i dinosauri. E considerato che sono passato da 400 a 40 pagine non è stato facile». Adesso che ha visto il film, che cosa ne pensa? «Quando sono entrato nella sala di proiezione la prima volta ero in uno stato di totale apprensione. Avevo visto tanti spezzoni, ma temevo che una volta assemblato tutto assieme sarei stato deluso. Invece sono molto soddi- sfatto, anche perché questo è un film che cambia radicalmente il medium del cinema, la possibilità di manipolare immagini viene portata a tali livelli che i limiti della fotografia scompaiono». Anche questa volta ci sarà comunque chi dirà che il cinema ha distrutto il libro... «Sei dei miei libri sono diventati film e ho provato di tutto, dal vomito al più grande piacere, come in questa occasione. Il cinema e la letteratura sono due forme diverse e l'atteggiamento di quegli scrittori che si lamentano perché Hollywood ha stravolto le loro opere d'arte mi sembra un po' ridicolo. Cos'è, scoprono adesso che a Hollywood c'è del cattivo gusto? E poi, non sanno che hanno sempre la scelta di non vendere i diritti?». Sta scrivendo un libro sulla molestia sessuale: chi saranno le prossime vittime? «Temo che questa volta farò arrabbiare un po' tutti, ma soprattutto le femministe. Anche se un po' tardi nella vita, ho una bambina piccola e quindi inevitabilmente mi domando in che mondo crescerà. Vedo il modo in cui le donne vengono trattate e non mi piace. Il mio obiettivo è l'uguaglianza e c'è un gruppo di femministe, le cosiddette protezioniste, che all'uguaglianza non ci credono e questo è un bel problema». Lorenzo Sona «Grazie ai film tratti dai miei libri ho provato di tutto: vomito e piacere» k he nte il rie on mza. ecriese maeoth, no gli Michael Crichton: da quasi tutti i suoi libri è stato tratto un film

Persone citate: Crichton, Hollywood, Jurassic Park, Lorenzo Sona, Michael Crichton, Spielberg

Luoghi citati: America, Congo, Hollywood, Los Angeles