L'esercito per bloccare i terroristi di Giuliano Marchesini
i/esercito per bloccare i terroristi i/esercito per bloccare i terroristi // ministro Fabbri: un cordone al confine di Trieste E SICUREZZA TRIESTE DAL NOSTRO INVIATO Un cordone di sicurezza ai confini con la ex Jugoslavia, soprattutto per prevenire infiltrazioni terroristiche nel nostro territorio, dopo le ripetute minacce dei serbi. Nell'operazione dovrebbero essere impiegati anche reparti dell'esercito, come già avvenuto durante la crisi slovena, e non si esclude nemmeno l'intervento di qualche unità della marina. Il ministro della Difesa, Fabbri, venuto a Trieste per presiedere un vertice, dice che a questo punto la situazione va messa sotto stretto controllo. Alla riunione in prefettura hanno preso parte il sottosegretario all'Interno Costantino Dell'Osso, il direttore del Sismi, generale Pucci, il vicecapo della polizia, Rossi, e il comandante delle forze alleate terrestri del Sud Europa e della Regione militare di Nord Est, generale Lucio Innecco. Uno spiegamento nelle zone di frontiera, in quella che, come dice il ministro, «è un crocevia cruciale, una cerniera tra l'Italia e il tormentato territorio della ex Jugoslavia»: questo il piano che dovrebbe essere stato impostato nel vertice di Trieste, nel timore di incursioni di gruppi terroristici, come reazione a eventuali bombardamenti delle postazioni serbe da parte di aerei della Nato, già impiegati nell'operazione «Deny Flight» nelle basi italiane. Timori di ritorsioni, insomma, contro l'impegno del nostro Paese. «La nostra presenza qui - dice Fabbri - non è dovuta a una specifica, incombente ragione di allarme». L'allarme, comunque, c'è, e questo vertice ne è il segno. Anche se il ministro della Difesa si mostra alquanto riservato sull'entità e sulle modalità del piano d'intervento. «Si è trattato - dichiara - di valutare la situazione della sicurezza ai confini e di verificare i controlli. Un check-up necessario». Il Friuli-Venezia Giulia è un territorio molto sensibile per la sicurezza, fa presente Fabbri. E non si possono sotto- valutare le minacce dei serbi. «Doveroso un rafforzamento della vigilanza. Necessario ricercare sinergie tra forze dell'ordine e reparti dell'esercito». «Sia ben chiaro - aggiunge il ministro - che non si tratta di atti di ostilità. Il nostro unico obiettivo è la tutela. Noi siamo mossi soltanto da esigenze difensive: sempre di difesa, mai di offesa». Adesso, dice Fabbri, il governo «si riserva di adottare altre misure idonee per migliorare il dispositivo di controllo». Quali misure? «Quelle rivolte al flusso di persone e di mezzi nel nostro Paese. Il governo ha voluto anche incoraggiare le forze dell'ordine». Ordine pubblico e sicurezza, anche militare. E in quale conto possono essere tenute quelle minacce dei serbi, di lanciare mis¬ sili in direzione dell'Italia? «Secondo informazioni di buona fonte, i serbi non dispongono di missili in grado di colpire il nostro territorio. E' più realistico pensare ad atti di terrorismo. Altre minacce, per adesso, non ne vedrei. Ed è rintuzzabile anche ogni insidia dal mare, per la presenza nell'Adriatico delle navi della Nato e dell'Ueo». Un pericolo enorme potrebbe venire da un attacco alla centrale nucleare di Krsko, in territorio sloveno, a un centinaio di chilometri da Trieste. «E' un problema che esiste - risponde il ministro -, non possiamo ignorarlo. Ma l'impianto, ovviamente, riguarda principalmente la Slovenia. Comunque, di fronte al pericolo di un attacco alla centrale si deve vedere la possibilità di una risposta da parte dell'Occidente: i serbi devono aspettarsi dalla Nato una replica adeguata all'efferatezza di una simile azione». Il ministro della Difesa torna sui dispositivi di sicurezza ai confini. «C'è una ragione di preoccupazione elementare ripete - e la nostra presenza è il segno di un atteggiamento responsabile del governo. Tuttavia, occorre precisare che non c'è nessuna mobilitazione del nostro esercito contro i serbi». Nel porto di Trieste è ormeggiata la fregata Orsa. ((Anche la presenza delle nostre navi - dice Fabbri - è una sicurezza». Giuliano Marchesini
Persone citate: Fabbri, Lucio Innecco, Pucci, Rossi
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