Milano altri colpi al psi

Tangenti, 12 informa2ioni di garanzia firmate dai magistrati di Mani pulite Tangenti, 12 informa2ioni di garanzia firmate dai magistrati di Mani pulite Milano, altri colpi al psi Avvisi a Craxi, Pillitteri e Tomoli MILANO. Uno, due, tre, dodici. Che valanga nel gran caldo di Tangentopoli. Che slavina quei dodici avvisi in «busta gialla». Tutti a parlamentari, facce nuove, vecchie, vecchissime, quando «Mani pulite» non era ancora lo sfracello che è. Si parte con Carlo Tognoli e Paolo Pillitteri, gli ultimi sindaci socialisti all'ombra del Duomo. Al primo sono finiti 350 milioni, all'altro «solo» 180. E l'ennesima busta gialla per loro porta la «firma» di Bruno Falconieri, l'ex assessore del garofano che davanti a Di Pietro ha fatto l'elenco di tutti i colleghi consiglieri beneficiati da bustarelle. Adesso Falconieri è in carcere per lo scandalo dell'edilizia privata. Parlerà anche lì? Sì, è ricettazione e violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti l'accusa contro Tognoli e Pillitteri. Reagisce Tognoli: «Vengo chiamato in causa per fatti che non conosco e per reati che non ho commesso. Dal maggio '92 (è la data del primo avviso; ndr) sono accusato da imputati che scaricano su di me colpe che assolutamente non ho. Chiedo di essere sentito dai magistrati per chiarire la mia estraneità ai fatti addebitatimi». Fotocopia la reazione dell'ex sindaco-cognato. Dice Pillitteri: «Mi risulta difficile immaginare ... Respingo con fermezza... Ho fatto chiedere un incontro con il magistrato...». Due, tre, quattro. Bettino Craxi fa il bis anche questa volta. E pure adesso le accuse sono di corruzione, ricettazione e violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti. Due avvisi, per due episodi. Il primo è per 360 milioni arrivati da Valmore Venturini, collaboratore del sottosegretario alla Giustizia Franco Castiglioni. Soldi pagati dalla Olivetti, per la fornitura di computer al ministero. Il secondo avviso per l'ex re del garofano riguarda due versamenti su una banca di Ginevra, 662mila marchi tedeschi e 420mila dollari pagati dall'An¬ saldo. Continua l'elenco degli avvisati. Ricco il filone delle tangenti telefoniche, nato dalle rivelazioni di Giuseppe Parrella. Tre gli avvisi per ricettazione e violazione della legge sul finanziamento ai partiti: 700 milioni a Giuseppe Astone, de, 600 milioni a Raffaele Russo, de pure lui, ben 3 miliardi a Carlo Vizzini, ex ministro psdi. Tanti sono i settori in cui hanno scavato i magistrati milanesi. Tangenti sui complessi scolastici? Avviso di garanzia a Vincenzo Meo, senatore de, corruzione e violazione per 1 miliardo e duecento milioni. Metropolitana di Roma? Buste gialle a Vittorio Sbardella, de (1 miliardo e 600 milioni dalla Cogefar Impresit del gruppo Fiat) e Paris Dell'Unto, psi, tangente da 200 milioni. Poi ci sono Franco Castiglioni, de (35 milioni dalla Philips) e Severino Citaristi, ultimo in elenco, recordman di buste gialle. C'è chi dice che ne abbia ricevute 40, c'è chi dice di più. S'è perso il conto per l'ex cassiere de. Contano invece i giudici milanesi. E gli mandano l'avviso per 100 milioni sul metrò di Roma, 400mila dollari dalla Olivetti. E poi ancora, dall'Ansaldo: 500 milioni, 120mila dollari, 472mila marchi tedeschi. Ma quella di ieri è stata anche la giornata del gran ritorno a pa¬ lazzo di giustizia di Primo Greganti, l'uomo di marmo del pei, 90 giorni a San Vittore e una sfilza di «no» ai giudici. Tre ore dura il faccia a faccia con Tiziana Parenti, il magistrato che insegue le mazzette rosse. Tre ore, e Greganti dà una sola versione: altro che mazzette quei 250 milioni trasferiti dal conto occulto «Idea» a «Sorgente», che ne sa lui delle tangenti Fiat per il depuratore del Po su cui indagano pure i giudici torinesi. Quéi soldi, fa mettere a verbale Greganti, sono solo contributi volontari di multanti pei arricchiti in Svizzera. Conferma tutto, invece, il top manager Fiat Vittorio Del Monte, sentito pure lui. Già, che ne sa il compagno Primo dei segreti delle mazzette rosse. Dopo il faccia a faccia con i giudici spiega ai giornalisti: «Segreti? Non no mai saputo tenere segreti nemmeno con mia moglie». La calda giornata di Tangentopoli si chiude con due arrèsti. Per una mazzetta da 70 milioniva a San Vittore Giovanni Marone, ex segretario del ministro della Sanità De Lorenzo. Arrestato pure Piergiorgio Trogolo, presidente consorzio depuratori Cirio, tangente da 20 milioni dalla Frisia Castagneti (gruppo Fiat). Fabio Potetti I due ex sindaci respingono le accuse «Andiamo dai giudici» Qui a fianco, Bettino Craxi ex segretario del psi Sopra: Paolo Pillitteri ex sindaco di Milano

Luoghi citati: Milano, Roma, Svizzera