Tangenti rosse, nel mirino i conti di Rifondazione

Dai giudici come testi altri due amministratori ex pei Dai giudici come testi altri due amministratori ex pei Tangenti rosse, nel mirino i conti di Rifondazione Tangenti rosse: i magistrati vogliono fare i conti in tasca anche a Rifondazione comunista, e hanno disposto l'acquisizione dei bilanci. Il sostituto procuratore Ferrando, titolare dell'inchiesta sul conto svizzero del pei, ha deciso di interrogare i dirigenti di Rifondazione. Inoltre ha già sentito Claudio Sola (ex sindaco di Borgaro, attualmente consigliere provinciale del pds) e Walter Vergnano (ex Fgci), successori di Primo Greganti nell'amministrazione della federazione torinese del pei. La vicenda della presunta tangente di 250 milioni pagati da un'azienda del gruppo Fiat all'ex funzionario pei Antonio De Francisco (morto nel settembre scorso) per uno degli appalti del depuratore Po-Sangone potrebbe innescare una dura polemica tra gli esponenti del pds e quelli di Rifondazione. Emergono particolari inediti sul ruolo di arbitro svolto da De Francisco all'epoca della scissione del partito comunista, quando il dirigente fu incaricato di dividere il patrimonio immobiliare del vecchio pei. Le testimonianze di Greganti e di Gian Carlo Quagliotti, ex capogruppo pei in Comune fino all'epoca dello scandalo Zampini, oggi indagato per concorso in concussione, hanno tratteggiato l'immagine di un De Francisco di provata e indiscussa onestà, la persona adatta a quel difficile compito della suddivisione dei beni. Ma le dichiarazioni che il magistrato ha raccolto ieri da Sola e Vergnano fanno pensare a ipotesi diverse: che cioè in quella occasione De Francisco avrebbe fatto pendere la bilancia dalla parte di Rifondazione, a cui poi aderì. Inoltre, avrebbe opposto una certa resistenza nel cedere le quote azionarie della società immobiliare Alba, a lui intestate. Un altro aspetto interessante della vicenda, su cui il pm sta lavorando, riguarda le spese sostenute dalle varie correnti del vecchio pei al momento della scissione. Pare che il gruppo dei cossuttiani, poi confluiti in Rifondazione, abbia sostenuto in quel periodo (l'intervallo tra i due congressi di scioglimento) spese molto superiori al budget assegnato. E il conto «Idea», su cui passò la mazzetta della Cogefar Impresit destinata a De Francisco? Sola e Vergnano, come già aveva fatto Giorgio Ardito (ex segretario cittadino del pds), hanno negato di averne mai saputo niente. Non sarà facile scoprire che fine hanno fatto quei 250 milioni, ma il pm ha lasciato intendere che è deciso a passare al setaccio conti e bilanci di Rifondazione e del pds, come ha già fatto per quelli del vecchio pei. Alla luce degli elementi finora raccolti, ha deciso una seconda tornata di interrogatori di tutti i personaggi già sfilati nel suo ufficio, a cominciare da Primo Greganti e da Quagliotti, per proseguire con Ulrico Bianco (ex amministratore delegato della Italimpresit, poi assorbita dalla Cogefar), Enzo Papi e Antonio Mosconi, ex vicepresidente della Cogefar Impresit. L'indagine del dottor Ferrando sta procedendo in parallelo a quella del sostituto procuratore milanese Tiziana Parenti: lo scambio di informazioni e documenti, avvenuto sabato scorso in via Tasso, potrebbe dare alle indagini un impulso rapido. Claudio Cerasuolo Brunella Giovara Interrogati dal pm Ferrando Walter Vergnano e Claudio Sola succeduti a Primo Greganti nel vecchio partito Claudio Sola ex sindaco di Borgaro e attuale consigliere provinciale pds è stato sentito come teste dal pm Ferrando titolare dell'inchiesta sul conto svizzero del pei

Luoghi citati: Borgaro