Alleanze, nessuno le vuole (per ora) di Valerio Zanone

Alleanze, nessuno le vuole (per ora) Alleanze, nessuno le vuole (per ora) Novelli e Castellani: «Non cambiamo la squadra» Novelli-Castellani, CastellaniNovelli: incomincia il duello. E s'inizia dagli «apparentamenti», dalle alleanze che dovranno essere sancite entro domenica, perché la seconda settimana sarà dedicata alla nuova campagna elettorale per il ballottaggio di domenica 20 giugno. Nessun cambiamento di rotta, nessuna ricerca di rafforzare o indebolire l'avversario: annunciano i due sfidanti. «Non mi appellerò ai partiti che hanno perso: ho una coalizione forte e non voglio snaturarne il carattere di polo progressista. Non amo le marmellate». Così dice Novelli, ponendo sul piatto della bilancia il 36,11 ottenuto, che lo vede con 15 punti di vantaggio rispetto al 20,32 per cento di Castellani. Novelli è sostenuto da Rete, Rifondazione comunista, Verdi del No ai referendum e dai pensionati di Tommaso Scardicchio. «Siamo maggioranza relativa - aggiunge -, al massimo accoglieremo l'apporto di chi si riconoscerà nella città che abbiamo prefigurato nel programma». Pure Castellani, sostenuto da Alleanza per Torino, pds e Verdi del sole che ride, non vuole chiedere «apparentamenti» ai partiti sconfitti: «Mi voglio sottrarre a qualsiasi mercato - afferma anche se sarò cortese con le liste che diranno di volermi appoggiare. Il ballottaggio è scelta tra due persone e non tra schiera- menti. Al secondo turno scompare il collettore di voti che è il partito. Mi lancerò in un rapporto ancora più diretto con la gente, per le strade, per farmi valutare più da vicino. Spiegherò le diversità tra il mio programma e quello di Novelli». Domenico Cornino, il grande escluso della Lega Nord, non si sbilancia: «In questo mese l'elettorato leghista ha avuto modo di conoscere i candidati che andranno al ballottaggio e credo che non spetti a me dare suggerimenti». Libertà di coscienza e di voto annunciata anche da Gipo Farassino che precisa: «Non diremo ai nostri "andate al mare", ma non daremo nemmeno indicazioni per un voto al "rosso antico" o alla vecchia nomenklatura presente nello staff di Castellani». L'msi manda, senza riserve, il suo 5,9 per cento di elettori in vacanza. Martinat invita a disertare le urne, ad «andare in montagna senza problemi». Giovanni Zanetti (sostenuto da de e Torino liberale) durante la campagna elettorale si era detto disponibile a dare una mano a Castellani se fosse arrivato al ballottaggio. E' il momento di passare dalle parole ai fatti, di appoggiare «l'anti-Novelli». Ma il professore di Economia ora è prudente. Afferma che sarà difficile, se non impossibile, «diri¬ gere in una direzione i suoi elettori». Più esplicito il de Guido Bodrato in una dichiarazione all'Asca: «Credo che tra Novelli e Castellani si svolga un derby a sinistra che ci vedrà spettatori: chiunque vinca finisce per individuare una posizione alternativa alla de che, di fronte a questo dato di fatto, rimarrà all'opposizione». Parte dello scudocrociato sarebbe però favorevole ad allearsi con Castellani e il dibattito in via Carlo Alberto diventa caldo. Anche, si dice, per recuperare quelle frange di partito che al primo turno hanno votato Cornino. Non ha dubbi invece il presidente del pli, Valerio Zanone: Chiarisce: «Considero un evento fortunato che il ballottaggio non sia tra Novelli e il candidato della Lega. Ma adesso il risultato deve essere riequilibrato verso il centro. Voterò Castellani». Castellani insiste. Ripete il «no» ad «apparentamenti forzati», ma ammette che la «sua sinistra» vuole governare guardando al centro, «alla parte migliore della città» stipulando un «patto con gli elettori, perché Torino faccia andare avanti Torino». Ritornano i book-maker, che da Londra danno in vantaggio Novelli, pagato 1 a 1,5, contro l'I a 2,35 di Castellani. Giuseppe Sangìorgio L'on. Valerio Zanone

Luoghi citati: Londra, Torino